Notizie in Tempo Reale dal Territorio

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

“La mia vita vale più di un panino”! Firenze, la protesta dei riders dopo la morte di Sebastian






“Basta col cottimo, basta col morire per una consegna”

anche con questo slogan si sono fermati nella giornata di ieri tanti rider a Firenze per lo sciopero indetto dalla Cgil per protestare in seguito alla morte di uno di loro, Sebastian Galassi, 26 anni, travolto a un incrocio stradale nell’impatto con un’auto mentre andava a far una consegna.

Lavoratori, sindacalisti, politici, esponenti delle istituzioni, cittadini, tanta gente e tanti rider al presidio indetto da Cgil e le sue categorie Filcams, Filt e Nidil, nella centrale piazza Sant’Ambrogio. Molti rider delle società aderenti ad Assodelivery (Glovo, Deliveroo, Uber) ma anche quelli inquadrati come dipendenti nel comparto logistica (Just Eat e Runner Pizza), hanno spento i motorini e fermato le biciclette con i colleghi. Per tutti, l’esigenza di richiamare l’attenzione alla salute e sicurezza in un settore molto esposto ai rischi.

In occasione della manifestazione di ieri a Firenze, sono partite iniziative di protesta e sensibilizzazione anche in altre città come Milano, Torino, Perugia, Roma. Il presidio di Firenze si è svolto in modo ordinato, unico momento di agitazione c’è stato quando una mezza dozzina di antagonisti hanno brevemente contestato prima il presidente della Toscana Eugenio Giani e poi il sindacato sulle politiche del lavoro.
L’episodio è rientrato nel giro di minuti. Poi la piazza ha applaudito i fattorini che nella piazza hanno esposto striscioni e scritte tipo:

“La mia vita vale più di un panino”.






In piazza anche, appunto, il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessora al lavoro Alessandra Nardini.

“La Toscana continuerà a fare la propria parte, nell’ambito delle proprie competenze, ma adesso non è più rinviabile un intervento deciso del livello nazionale, del Governo, che ponga fine al cottimo, inquadri i rider come lavoratrici e lavoratori e lavoratrici subordinati e riconosca piene tutele” – hanno detto presidente e assessora, ribadendo la loro vicinanza alla famiglia di Sebastian Galassi e giudicando “pessimo” il comportamento della multinazionale spagnola che, pur ammettendo l’errore, ha “licenziato” il giovane nelle ore successive alla morte.

Giani e Nardini hanno ricordato l’impegno della Regione per la sicurezza e la dignità di lavoratrici e lavoratori ciclofattorini. In primo luogo, il protocollo sottoscritto circa un anno fa con Cgil, Cisl, Uil, numerose aziende toscane del food delivery e il comitato regionale consumatori e utenti che prevede l’applicazione della disciplina del lavoro subordinato ai rider, garantendo così coperture assicurative e previdenziali, e la nascita di un marchio etico.






Torna in alto