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Impruneta, l’analisi del voto: la spaccatura, il non-voto, il candidato giusto e il simbolo che (ancora) conta

Lazzerini riceve la notizia dalla sede del PD dentro la Casa del Popolo di Impruneta e ripete: “Abbiamo fatto un miracolo, che rimonta!”. La prima chiamata che riceve è quella dello sfidante che fino all’ultimo ha fatto tremare il PD, Matteo Aramini: “Congratulazioni Riccardo“. Zoppini e Franchi, invece, riconoscono la sconfitta, la popolazione imprunetina non ha saputo cogliere le potenzialità dell’esperimento tentato. La nostra analisi del voto.

 

La sintesi estrema di questa chiamata al voto imprunetina è chiara, la dividiamo in due questioni.
La prima. Ad Impruneta ha vinto, di gran lunga, l’astensionismo (non è più una novità): malgrado i dati siano migliorati rispetto al 46,27% del 2018, ha votato il 50,50% degli aventi diritto. Praticamente soltanto metà del Comune di Impruneta ha scelto la propria rappresentanza per i prossimi cinque anni: pazzesco, neanche l’opportunità diretta di decidere la figura del Primo Cittadino ha convinto a recarsi alle urne, sintomo di una sfiducia che travalica partiti, idee, competenze personali. Ci immaginiamo che tra gli astenuti, i più siano elettorato di sinistra che non ha individuato un progetto in linea con le proprie idee.

Se parametriamo le percentuali dei candidati tenendo conto del 50,50% del partito “non-voto”, Lazzerini rappresenterebbe il 19,24% della popolazione. 

La seconda. Il Comune di Impruneta è un territorio clamorosamente spaccato in due: Impruneta e Tavarnuzze, due geografie diverse e due rappresentanze che non collimano. Riccardo Lazzerini ben conosce queste dinamiche che, tempo addietro, riportò in un libro: “Impruneta vs Tavarnuzze…alle origini dell’immobilismo”. Adesso, da sindaco di tutto il Comune di Impruneta, avrà modo di “scrivere” il prossimo interessante capitolo.

Spaccato in due, dicevamo: nelle prime sei sezioni sul territorio del capoluogo Lazzerini ha vinto nettamente su Aramini, battuto anche dal terzo candidato, Matteo Zoppini. Distacco coperto ma non a sufficienza sulle sezioni di Tavarnuzze dove il candidato di Impruneta Futura ha fatto il vuoto rispetto ai duellanti. Tornano alla mente le parole di Tullio Del Bravo, artista imprunetino che intervistammo nel nostro video sugli umori popolari: “Due territori completamente distinti”. 

 

Altre considerazioni, ce ne son diverse da fare.

Partiamo dai vincitori, del resto son loro che scrivono la storia (in positivo e in negativo): Riccardo Lazzerini ha vinto per 135 voti, 2.183 a 2.049 incassati da Aramini. Per il “rotto della cuffia”, come si dice noi. Un successo che premia il candidato, forte sul capoluogo per il suo vissuto (ed ottimo Presidente dell’Ente Festa dell’Uva) e continua a premiare il Partito Democratico. Impruneta è apripista temporale e lancia messaggi: il PD, nelle nostre terre, è ancora il partito da battere. Ma non più con percentuali bulgare. Lo è persino qui, dove è stato simbolo e volto principale delle ultime amministrazioni deficitarie: del resto, la lista civica vincente si chiama “Rip@rti Impruneta”, una sorta di contraddizione nella quale il PD di oggi riconosceva al PD di ieri di esser rimasto senza benzina.

Impruneta Futura ha perso ma è quasi riuscita a interrompere una continuità ultradecennale ed ha una rappresentanza maggioritaria in quel di Tavarnuzze, elemento da considerare. La lista civica sarà rappresentata da tre consiglieri in Consiglio Comunale: il candidato sindaco uscente Matteo Aramini, l’assessore uscente Sabrina Merenda e il più giovane della lista, David Biagiotti. Come dichiarato dallo stesso Aramini nell’intervista a Dai Colli Fiorentini “sarà un’opposizione forte”, giustamente. Due elementi positivi. Un dato di fatto: Aramini e Merenda, che bene hanno lavorato come Assessori mostrando capacità oggettive, rimangono nella macchina comunale (a meno di dietrofront successivi). E una speranza: Aramini, arrivando in volata con Lazzerini e impedendo una vittoria schiacciante di Rip@rti Impruneta rappresenterà un pungolo e, ci auspichiamo, uno stimolo per governare il paese con risultati migliori dell’ultimo decennio.

Infine Voltiamo Pagina, il cui intento trascritto nel titolo non è riuscito. Le Opposizioni unite, malgrado abbiano lavorato molto bene nell’ultima legislatura, hanno raccolto soltanto 1.439 voti. Traendo una conclusione scontata, la popolazione di Impruneta non ha recepito né tantomeno premiato l’esperimento politico guidato da Matteo Zoppini e Gabriele Franchi, né ha riconosciuto il valore di due figure giovanili, vigorose per impegno profuso e in ascesa nel campo politico locale.
Un dato numerico inquadra il contesto: le Opposizioni unite nel 2023 hanno perso oltre 1.000 voti rispetto alle comunali del 2018, dove si erano presentate disgiunte. Voltiamo Pagina – e questo è l’elemento positivo – schiererà in Consiglio Comunale proprio Zoppini e Franchi che continueranno a fare Opposizione in maniera “comunitaria”.







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