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IL RINASCIMENTO SAUDITA






Gli affezionati lettori di questa rubrica hanno potuto leggere la nostra posizione su Matteo Renzi più volte, l’ultima poche settimane fa in un articolo interamente dedicato alla crisi di governo da lui follemente innescata. Siamo costretti oggi a ripescare nuovamente il Senatore di Scandicci, e vi chiediamo di scusarci, ma il tema su cui sentiamo il dovere di esprimerci è ben più importante dei capricci di Italia Morta nella politica nostrana.

In questo spazio avete letto negli anni molti nostri interventi in difesa dei diritti umani: da Giulio Regeni a Patrick Zaky, dal dramma dei migranti alle stragi di guerre lontane, passando per commemorazioni di genocidi del passato, il Collettivo Giovani ha sempre dedicato riflessioni impegnate agli atti di violazione e negazione dei princìpi di libertà e uguaglianza.

Alla luce di ciò, non possiamo che definire come vomitevoli le dichiarazioni di Renzi durante il suo ben retribuito viaggio in Arabia Saudita. Chiunque faccia politica dovrebbe anteporre la questione della moralità ad ogni altra, e dunque già il fatto che un Senatore della Repubblica, nel bel mezzo di una crisi da lui provocata, abbandoni il proprio Paese per andare a farsi pagare da uno Stato straniero è un atto inaccettabile e lontano da qualsiasi codice di condotta. Il vero problema sta però in quello che Renzi ha detto.

Di fronte a un compiaciuto Mohammed bin Salman, che per tale adulatoria serenata lo ha ricompensato con 80.000 dollari, Renzi ha tessuto le lodi del regime saudita con un insieme di menzogne e ridicole affermazioni: a Riad, nell’iniziativa della Future Investment Initiative, egli ha definito l’Arabia “il luogo del nuovo Rinascimento” e ha detto di invidiarne il costo del lavoro. Non pago, qualche giorno fa sul Corriere ha parlato del regno di Bin Salman come di un “alleato importante” e di un “argine all’estremismo islamico”.

Quello che l’ex premier chiama “nuovo Rinascimento” (parola da Renzi continuamente abusata, per l’orrore di storici e specialisti) è un paese che occupa, secondo il Democracy Index del 2019, il 159° posto per il rispetto dei diritti umani su 167 paesi analizzati. Tortura come strumento punitivo, discriminazione delle donne e della minoranza sciita, punizioni crudeli e degradanti come la flagellazione sono all’ordine del giorno in Arabia Saudita; da quando il principe Bin Salman è salito al potere, molti attivisti sono stati arrestati o condannati a lunghe pene detentive semplicemente per aver esercitato pacificamente il loro diritto alla libertà di espressione, associazione e assemblea.






Il caso più eclatante di violazione dei diritti umani è quello della barbara uccisione nel 2018 del giornalista Jamal Khasshoggi, torturato e letteralmente fatto a pezzi nell’ambasciata saudita di Istanbul, su mandato, come sostiene l’Onu, proprio di Bin Salman. A ciò si deve aggiungere la responsabilità dell’Arabia nella guerra nello Yemen, gettato da oltre tre anni in una terribile guerra interna costata la vita a milioni di civili, e in cui sono state usate bombe occidentali tra cui quelle prodotte in Italia. Quel costo del lavoro che Renzi tanto invidia ai sauditi è in realtà un sistema semi-schiavile, con il 76% della forza lavoro che è composta da lavoratori stranieri, provenienti quasi tutti da paesi asiatici, sfruttati per pochi dollari e senza alcuna tutela.

Affermare che l’Arabia Saudita infine sia un argine contro il terrorismo è una balla colossale, dal momento che sono ben noti i legami stretti tra il regime e gruppi estremisti, tanto che un documento dedicato proprio al finanziamento del terrorismo in Arabia Saudita giunto al Congresso americano indica i donatori sauditi come «maggior fonte di finanziamento al terrorismo degli ultimi 25 anni». Le parole di Renzi sono un insulto alla verità dei fatti e ai valori in cui tutti diciamo di riconoscerci, oltre che un’offesa nei confronti di coloro, come i genitori di Giulio Regeni o gli amici bolognesi di Patrick Zaky, che in Italia stanno lottando per avere giustizia nei confronti di un regime liberticida simile a quello saudita. C’è un confine di decenza che è stato superato, e la complicità di chi difende o minimizza quanto fatto da Renzi non è meno grave. Questa è barbarie, altro che Rinascimento.

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