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Elezioni comunali

Grassina, svelata l’identità della presunta mina nell’Ema: sembrava un ordigno invece era…






Sembrava un ordigno, invece era…

Questa mattina si sono svolte le operazioni di rimozione del presunto ordigno bellico rinvenuto lungo l’Ema, all’altezza della pescaia in zona Fratellanza Popolare di Grassina. Sul posto, per supervisionare l’azione degli artificieri, anche Polizia Municipale e Carabinieri del Comune di Bagno a Ripoli.

Il presunto ordigno ritrovato in Via di Tizzano il 13 Agosto scorso, che doveva essere rimosso il 16 Agosto, data divenuta triste per  l’alluvione di Ferragosto, ha causato la chiusura del passaggio pedonale sull’Ema nelle scorse settimane. Un impedimento al via vai pedonale dettato da ovvi motivi di sicurezza.

Si parlava della componente di una mina anticarro che sarebbe stata fatta brillare in un luogo lontano dal centro abitato. Tuttavia, stamani, gli artificieri hanno svelato la reale identità del manufatto: non una mina residuato della seconda guerra mondiale bensì un resto di un elettrodomestico che, di fatto, somigliava molto ad un prodotto esplosivo. Cos’era nel dettaglio? Il cestello di una lavatrice con anni e anni di storia sul fondo dell’Ema, emerso in superficie in quest’anno di particolare siccità e conseguente secca del fiume. Allarme definitivamente rientrato: nessuna mina inesplosa abitava i fondali del fiume grassinese.  Sono iniziate le procedure di rimozione e già questo pomeriggio gli operai interverranno per ripulire il fiume dal rifiuto.











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