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Tic, tac… Tic, tac…

Tic, tac… Tic, tac…
Tutto cambia in questi giorni per gli imprunetini.
Ogni rionale cambia, dal più piccolo al più grande, tutte le energie vengono canalizzate in una sola direzione, la direzione di un Rione. I colori son diversi ma le emozioni no, quelle non hanno differenziazione, sono le medesime per l’orcio, per il maialino, per il pampano e per il santo col fiasco.

Tic, tac… Tic, tac…
C’è la stanchezza. Quella stanchezza profonda che si sente in ogni parte del corpo ma non si ascolta, non c’è tempo e nemmeno voglia, ora le priorità sono ben altre. La stanchezza fisica e mentale di un mese intenso, che più intenso non si può, fatto di orari folli, umido che entra nelle ossa, serate alle prove o al cantiere, serate lunghe che riempiono l’anima come solo l’aria di Settembre sa fare.
C’è quella stanchezza che si mescola all’euforia e quindi si sbadiglia ma si sorride quasi contemporaneamente perché non si può mollare di un centimentro. Ma che dico, un centimentro è troppo, un millimetro o forse anche di meno. Compatti, appiccicati come sulle panche durante tutte le cene del mese. Spalla a spalla tra cori, risate, vino che scorre nella gola e brucia lo stomaco, un brindisi al volo sempre appiccicati, stanchi ma pieni di quella Festa che all’Impruneta vive da 98 anni. 98 eh, mica noccioline.

Tic, tac… Tic, tac…
Ora non si discute, si lavora a testa bassa perché le lancette dell’orologio sembrano scorrere più velocemente.
Da una parte vorresti fermarle vero? Eh lo so, gli ultimi giorni prima della fatidica Domenica sono pura magia che non si descrive, si vive e basta.
C’è da finire tutto quello che è rimasto a mezzo, anche se le mani sono stanche e le dita un po’ rigide ma non si sente niente, l’obiettivo è uno: regalare un bellissimo spettacolo e alzare la coppa. Ora c’è da pedalare, veloce anche, guai a chi fa una sosta.

Da oggi a Domenica l’Impruneta gode di un qualcosa di unico, tutto suo. Tra le viuzze si respirano quelle potenti emozioni che sono linfa vitale per il nostro paesello. Ha inizio quindi il tour de force della 98esima Festa dell’Uva.
E tu rionale, hai il sacrosanto dovere di vivere queste giornate a cuore aperto, respira a pieni polmoni il “profumo” del tuo cantiere perché poi ti mancherà. Abbraccia quelle mani che hanno collaborato con te per tutto il mese perché sì, ti mancheranno anche loro. Emozionati durante la cena, mentre canti quel coro e fai quel brindisi verso l’alto dedicandolo a chi non c’è più. Vivi queste giornate indescrivibili come solo un rionale sa fare.

Tic, tac… Tic, tac…
Buona Festa dell’Uva Impruneta, che vinca il migliore!

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