“Ti alleni, ma non puoi giocare”.
“E quindi sabato e domenica che si fa?”
“Mah, al parco, al cinema, dove preferisci: sono aperti, loro”.
I bambini e i ragazzi dell’attività giovanile provinciale terranno conversazioni che saranno più o meno così, coi loro genitori, a partire da questa settimana. Già, perchè lo sport, nel DPCM emanato giusto qualche ora fa, non è attività essenziale, con tutto ciò che ne consegue: via la funzione sociale del calcio, via gli educatori, lucchetti ai campi sportivi nel weekend.
Nell’interpretazione non ufficiale di un provvedimento che farebbe invidia all’Azzeccagarbugli di manzoniana memoria, proseguono i Dilettanti fino alla Seconda Categoria (inclusa, come anticipato telefonicamente da Mangini), in quanto “affiliati al CONI e di interesse nazionale e regionale”, mentre la Terza Categoria, se non ci saranno ripensamenti o correzioni nelle prossime ore, può iniziare a dedicare le domeniche alla raccolta di funghi (è pure stagione buona) o alle scampagnate al mare (finchè saranno consentite). Per quanto riguarda i campionati giovanili nazionali e regionali, si dovrebbe (dovrebbe: il condizionale è d’obbligo) andare avanti. Stop invece ai campionati provinciali.
Dubbi, parecchi, sui settori giovanili: il Ministro Spadafora, con un post sul suo profilo Facebook, ha citato un esempio tragicomico: “La squadra di una scuola calcio di Giovanissimi o Pulcini potrà continuare ad allenarsi, ma senza giocare partite”. Due appunti. Il primo: allenarsi in gruppo è già di per sè un fattore di possibile contagio, quindi o si liberalizzano anche le partite, oppure si impostano gli allenamenti individuali come a maggio (che avrebbero comunque dell’assurdo). Il secondo, non da poco: i Giovanissimi non appartengono alla scuola calcio, ma al settore giovanile. Non sono esattamente sullo stesso piano tecnico e agonistico dei Pulcini.
Il presidente del Comitato Regionale Toscano, Paolo Mangini, non ha dubbi: “Si è trattato il calcio come il principale fattore di contagio, mentre i luoghi chiusi restano aperti“. Sembra una specie di chiasmo: ciò che è all’aperto viene chiuso, ciò che è al chiuso resta aperto.
Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti, ha commentato ricordando che il movimento dilettantistico “Non è un gruppo di untori”. Ecco, sarebbe bene ribadirlo, dal momento che le società hanno investito fior di quattrini in questi mesi per dotarsi di tutte le apparecchiature di sanificazione degli ambienti e misurazione delle temperature. Per non parlare delle spese folli delle società di Serie D che continuano a spendere migliaia di euro in tamponi di settimana in settimana, sostituendosi alle ASL.
Si aspetta ad ore un comunicato della Federazione che faccia chiarezza e che scongiuri il pericolo della chiusura delle attività giovanili provinciali. Una cosa per ora è certa: non si ricorda un provvedimento che abbia lasciato scontento tutto il mondo calcistico dilettantistico e giovanile come questo.
E adesso andate a dare un’occhiata a cosa stanno combinando i vostri figli: con tutta questa confusione, sia mai che venga loro in mente di dare un calcio al pallone.