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Covid19, i numeri attuali all’OSMA: quanti ricoveri? Quanti pazienti non vaccinati?

Relativamente all’andamento della pandemia nei nostri territori e allo stato attuale vigente all’Ospedale Santa Maria Annunziata (“Il Niccheri”), ci sono domande che quotidianamente ci poniamo e alle quali, intervistando chi di dovere, abbiamo voluto dar risposta.

Tra i quesiti più frequenti: quanti pazienti sono ricoverati ad oggi? E quanti di questi occupano letti in terapia intensiva? E quanti, ancora, dei suddetti non sono vaccinati? 

L’ultimo interrogativo è la reale questione, il nodo centrale degli ultimi mesi, nei quali la nutrita partecipazione alla campagna di vaccinazione, promossa dalle Istituzioni e dalla Sanità, ha dovuto controbattere giornalmente a scettici, intimoriti e fazioni di convinti no-vax attivi sui Social, nelle piazze, nelle chat e non solo.

Alle nostre domande ha risposto il Dott. Vittorio Pavoni, primario di “Terapia intensiva e subintensiva” dell’OSMA che aprì le porte del reparto a Dai Colli Fiorentini nel momento più critico della pandemia, ad Aprile 2020 (Clicca qui). Da quella data di 16 mesi fa, fortunatamente, qualcosa è cambiato: il covid19 non è stato debellato ma la pressione del virus sugli ospedali è diminuita ed il vaccino agognato nel 2020 è arrivato in dosi massicce nel 2021.






OSMA: i numeri attuali

I dati dell’ospedale di Ponte a Niccheri sono in linea con le altre strutture toscane attualmente impegnate alla cura di pazienti covid19, colpiti da una variante delta che “preserva la medesima mortalità delle prime ondate con l’aggravante di avere una contagiosità più elevata”. 

Come riporta il Dott. Pavoni: “Il nostro ospedale ha al momento 28 pazienti covid19 di cui 4 persone ricoverate in terapia Intensiva su 6 letti disponibili. La situazione è sotto controllo, migliore di un anno fa.”

E’ prevista un’impennata dei contagi e delle ospedalizzazioni in autunno?
“Il Ministero ci ha allertato, la possibilità c’è anche se personalmente sono ottimista e la campagna di vaccinazione è un deterrente importante. La riapertura di scuole e università potrebbe portare ad un aumento delle positività anche se le fasce d’età under 30 hanno risposto ottimamente all’opportunità del vaccino.”

Il Dott. Pavoni con il sindaco Francesco Casini

Terapia Intensiva e Ricoveri 

L’età media dei pazienti in Terapia Intensiva?
40-60 anni, rispetto alla prima ondata l’età media è più bassa.”

I pazienti in terapia intensiva sono vaccinati?
No, c’è una percentuale del 100%di non vaccinati: 4 su 4 non si sono sottoposti al vaccino. Chi per paura, chi non ha fatto in tempo, chi per convinzione. I primi si rendono conto dell’errore e quando usciranno dall’ospedale si vaccineranno in brevissimo tempo. Dobbiamo sottolineare un dato di fatto importante: molti no-vax pensano che in caso di contagio vengano sottoposti alla terapia di anticorpi monoclonali; non è così, ad oggi non esiste una cura accertata per il covid19.”

I pazienti ricoverati non in terapia intensiva (dunque con forme più lieve) sono vaccinati?
“Mediamente su 10 pazienti 7 non sono vaccinati, 2 sono vaccinati con un’unica dose ed 1 ha svolto il richiamo (spesso era già affetto da altre patologie).”

Quanto costa un paziente ricoverato in terapia intensiva?
“I costi medi della terapia intensiva ordinaria si aggirano attorno ai 1500 euro. Dei pazienti ricoverati, i positivi al covid19 sono tra coloro che necessitano di una terapia dai costi più elevati del consueto: il motivo è da ricercare nell’uso di specifici anticorpi, antifiammatori, macchinari ed altri strumenti di cura con un impatto economico maggiore.

Quanto è il tempo medio di degenza per un paziente covid19 in terapia intensiva?
“Dai 7 ai 15 giorni”. 

Con tali risposte per le quali ringraziamo il Dott. Pavoni e che sciolgono gran parte dei nostri dubbi, lasciamo a voi ogni considerazione sulla necessità di vaccinarsi e sull’impatto economico che una persona ricoverata in terapia intensiva può avere sulla sanità pubblica.
Al di là delle scelte private che, tuttavia, in tal caso, divengono scelte collettive e di comunità, il Dott. Pavoni tiene a precisare: “Chiaramente continueremo a garantire assistenza sanitaria a chiunque ne abbia bisogno”.






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