Sono giorni politicamente tesi in quel di Bagno a Ripoli dove il colpo di coda del sindaco Francesco Casini ha spiazzato i più, movimentando una scena che sembrava consolidata, da qui al futuro. Invece no. A guidare il ribaltone è stato proprio la carica più importante del territorio comunale, quel Primo Cittadino doppiamente votato dagli elettori del PD – il 46% nell’ultima tornata elettorale -, incautamente saltato dalla parte renziana della barricata, Italia Viva. Il Partito Democratico ha, per il momento, concesso la “tregua” a Casini, senza chiederne le dimissioni e si riunirà a livello comunale con i propri iscritti giovedì 17 novembre. Chi, invece, come al solito sta facendo opposizione, rappresentando una preziosa eccezione, è la consigliera comunale di Per Una Cittadinanza Attiva Sonia Redini. Redini, infatti, va oltre la scelta “tecnica” del cambio di casacca del Sindaco e contesta il Partito Democratico, rappresentato nel governo cittadino dalla maggior parte di assessori e consiglieri (dall’elenco escludiamo i nomi che si erano candidati nella lista civica ad personam costituita da Casini ovvero “Cittadini per Bagno a Ripoli): la critica verte sulla non presa di posizione del PD nei confronti di una richiesta di dimissioni che indicherebbe coerenza.
Ormai il voto dei cittadini è un trascurabile dettaglio e le coalizioni elettorali sono un taxi da cui salire e scendere in base alle circostanze ed alle convenienze.
Secondo Redini se il PD non si dissocia nettamente – e concretamente – rimane complice di quest’operazione da saltimbanco. Ecco quanto riportato da Sonia Redini sui propri canali social:
“SENZA SCUSE: CHI NON SI DISSOCIA È COMPLICE!
Sento dire che sarebbe da irresponsabili sfiduciare adesso il Sindaco, perché creerebbe un vuoto amministrativo, si fermerebbero i progetti in corso, si perderebbero i finanziamenti PNRR e cose così. Il PD (regionale, metropolitano e locale) ha appoggiato la candidatura al Parlamento di Emiliano Fossi, che è stato eletto con il consenso di 5.000 cittadini ripolesi, ben sapendo che a Campi Bisenzio si sarebbe verificato proprio quello che oggi viene agitato come uno spauracchio.Quel che valeva per Campi 40 giorni fa non va più bene per Bagno a Ripoli oggi? E a chi non sta bene? La verità è che l’Amministrazione non si ferma affatto, i progetti hanno già i finanziamenti e vengono portati avanti dagli uffici tecnici e, per legge, viene nominato un commissario prefettizio fino a nuove elezioni. Il commissario riunisce in sé tutti i poteri, ordinari e straordinari esercitati da Sindaco, Giunta e Consiglio. Quindi, niente scuse e fare ciò che va fatto! Per coerenza, rispetto e dignità!