Il Birillo di Tavarnuzze resterà ancora una cattedrale nel deserto di Piazza Don Chellini. Come mai? La gara d’appalto, dopo la manifestazione d’interesse effettuata come da prassi con tre partecipanti, è andata deserta. Nessun partecipante, nessun affidatario. Una farsa che riporta alla memoria la storia di fallimento dell’ex stazione di Tavarnuzze: inaugurata nel 2015 “in pompa magna” e per soli dieci mesi bar…di insuccesso.
Le dichiarazioni dei consiglieri d’opposizione Gabriele Franchi di Cittadini Per Impruneta e Matteo Zoppini del Centrodestra vanno, come di consueto, al punto. Nel dettaglio:
“Il Birillo di Tavarnuzze rimarrà vuoto ancora a lungo. Il bando scaduto lo scorso 13 maggio è infatti andato deserto, sebbene alla manifestazione d’interesse si fossero presentati tre soggetti. La Giunta si è ben guardata dal dare la notizia, cercando come suo solito di far finta di nulla e scappare dalla finestra. Devono essere dunque due consiglieri di opposizione a informare la cittadinanza che il principale immobile pubblico a Tavarnuzze è destinato a mantenere la sua atavica condizione di fossile vuoto e inutilizzato.
Si tratta dell’ennesimo fallimento nella gestione della ex stazione. Siamo difronte all’ennesimo buco nell’acqua, che fa tornare alla mente la follia di destinare la struttura ad un bar nel 2015 (chiuso dopo appena dieci mesi) e l’enorme occasione persa nel 2019, quando la clausola inserita dall’Amministrazione nella manifestazione d’interesse e le bugie raccontate in consiglio dall’Assessore Cioni preclusero la possibilità di aggiudicarsi i soldi del bando dell’Ente Cassa di Risparmio.
Se nel capoluogo sono le scuole a gridare vendetta, a Tavarnuzze è il Birillo a rappresentare la rabbia dei cittadini. Come per la vicenda scolastica, anche qui la domanda è sempre la stessa: chi si assume la responsabilità del disastro? Per ora, è evidente, nessuno.
Non lo fa il Sindaco, che d’altronde non ha il coraggio di chiedere scusa neppure per la farsa nuovi plessi; non lo fa l’Assessore Cioni, che fu protagonista delle già citate decisioni del 2019, e non lo fa neppure il vicesindaco Matteo Aramini, sempre pronto a rivendicare e sbandierare ai quattro venti i suoi presunti successi ma con la tendenza a fare come gli struzzi ogni qual volta che, come in questo caso, vi siano situazioni spinose per cui sia meglio mettere la testa sotto la sabbia.
Vogliono amministrare un Comune ma non sono in grado di affidare il Birillo di Tavarnuzze: se la situazione non fosse grave sarebbe davvero comica.
