I problemi strutturali degli ultimi due anni hanno portato ad una sofferta decisione: sopravvive il minibasket ma la prima squadra non si iscriverà al prossimo campionato. Terminano i “miti” della Bombonera e della Gap50023.
Quel 20 aprile non era soltanto l’ultima volta sul parquet di Capitan Cocco, vicecap Gavagnin e veterano Spigolo. Quel 20 aprile segnava l’ultima volta di tutta la prima squadra del Basket Impruneta. Con il senno di poi, quel momento di applausi e saluti avrebbe avuto un altro sapore, forse più malinconico, sicuramente d’una nostalgia permeabile, impossibile da celare. Qualcuna già sapeva, forse, semplicemente cercava di non dirselo o sperava in un altro finale: il Basket Impruneta non si iscriverà al prossimo campionato di Promozione, ponendo un provvisorio stop alle attività degli adulti e concentrandosi, esclusivamente, sul minibasket.
In estrema sintesi, l’associazione Basket Impruneta non cesserà di esistere e promuoverà lo sport tra i giovanissimi mentre si chiude il sipario sul palcoscenico – rigorosamente in parquet – dei grandi. Dietro il tendone, tristemente chiuso, rimangono le domeniche sera in campo, la Gap50023 che inevitabilmente si è sciolta, le trasferte in banda (l’ultima all’Argentario), i birrini comprati dalla squadra per i tifosi, la passione dei giocatori, i giovedì post-allenamento sui divanetti del Palazzetto, i nostri articoli che hanno alimentato il mito della Bombonera come l’ambiente più caldo del basket fiorentino. Peccato. Quando finisce una storia, per di più così valorosa a livello sociale e sportivo, è sempre un fallimento.
L’elenco riportato sopra sintetizza il “bello” rispetto ad una favola cestistica che vi abbiamo raccontato in esclusiva. Come ogni fiaba, però, arriva sempre il momento dell’antagonista, che va combattuto e non sempre si può vincere: negli ultimi due anni il “cattivo” del racconto ha tolto energie all’intero movimento e a tutti gli interpreti dell’Impruneta, generando un tale sconforto da mettere in secondo piano il divertimento di ritrovarsi tra amici e giocare a basket.
Parliamo dei continui problemi al Palazzetto dello Sport: dal riscaldamento non funzionante alle docce fredde, dai pochissimi gradi misurati dentro la Bombonera agli allenamenti in piumino; problemi strutturali che il Comune di Impruneta non è riuscito a risolvere, malgrado i tentativi, generando un biennio di difficoltà sfinenti, condizionato inoltre da tantissimi infortuni (quando ti alleni male, ti fai male!) e da un nomadismo tra palazzetti limitrofi impossibile da gestire.
Di fatto, i giocatori (che ricordiamo non vengono stipendiati a questi livelli) hanno trascorso gli ultimi due campionati ad impazzire dietro criticità che non c’entravano assolutamente niente con schemi in campo, percentuali da tre o una difesa da migliorare.
Elementi che, sommati, hanno convinto il pilastro Cocco a mollare, altri cardini come Gavagnin e Spigolo a seguire il capitano e dunque, tolte le fondamenta, tutto il palazzo a crollare:
“Dispiace tanto – le parole riportate a Dai Colli Fiorentini dal presidente Niccolò Pellegrini – per oltre dieci anni il Basket Impruneta ha rappresentato un riferimento per tutto il paese, è stata una scelta sofferta ma condivisa da tutto il gruppo, le fatiche degli ultimi anni hanno condizionato la volontà agonistica e l’incertezza che ancora regna non è un buon biglietto da visita per portare giocatori a Impruneta. Continuerà la collaborazione col Tavarnelle e ripartiremo dal minibasket, di cui dovremo riuscire a mettere insieme tre squadre, dai 3 ai 10 anni. La speranza, in un futuro non lontano, è quella di ricomporre formazioni giovanili (sparite post-covid) e chiaramente la Prima Squadra”.
Si, dispiace, come ha detto il Presidente.
Di questa storia che ci riguarda più di altre ci portiamo dentro la vittoria della Prima Divisione nella stagione 2015/2016, coach Dingo in panchina, la foto di gruppo col sigaro in bocca e l’immagine di Cocco che taglia la retina. Rimangono nei ricordi vivi anche le gare ai playoff dell’anno successivo e una GAP50023 galvanizzata e galvanizzante, in particolar modo al palazzetto di Lastra a Signa; rimane la commemorazione alla Bombonera per la scomparsa si Kobe Bryant, modello di agonismo sportivo per tutta la nostra generazione; rimane la presentazione delle nuove casacche, fotoniche ma purtroppo, momentaneamente, da riporre nell’armadio; rimane come una ferita insanabile la scomparsa del tifoso Filippo Gabriele e quel minuto di raccoglimento in lacrime, mentre al Palazzetto risuonava la canzone “Vivir mi vida”.
Un anno fa, d’estate, ci trovavamo a casa del capitano per presentare la nuova stagione, la grigliata e poi la foto di rito con tutta la banda felice di esserci. Un anno dopo raccontiamo la conclusione di questa realtà capace di mettere insieme ragazzi dai 20 ai 50 anni, dove passione, amicizia e lealtà erano valori fondanti. Forse, si poteva far qualcosa in più…