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Basket, il Giesse Noi d’Avane conquista il terzo posto nazionale: una stagione storica con un pizzico di rammarico

Giesse Noi d’Avane conquista il terzo posto nazionale: una stagione storica con un pizzico di rammarico. Dellexploit di questa compagine cestistica UISP vi avevamo già raccontato alcuni giorni fa: campione provinciale per la seconda stagione consecutiva, dunque primatista regionale e da lì impegnata a giocarsi al titolo nazionale.
 
La cavalcata straordinaria del Gesse Noi D’Avane si è conclusa con un solo passo falso che, tuttavia, è costato la finale. Rimane una consapevolezza forte: il Giesse c’è, ed è pronto a riprovarci. Dopo 34 partite stagionali e appena una sconfitta, la squadra empolese torna dalla Riviera romagnola con la medaglia di bronzo nazionale al collo, conquistata con pieno merito.
 
Il percorso nelle finali parla da solo:
– 61-52 contro Sant’Arcangelo di Romagna
– 59-55 contro Glory Road Milano
– 74-78 nella tiratissima semifinale contro Mulisana Trieste, persa
– 62-58 nella finale per il terzo posto contro Pallacanestro Ostia
 
Una sola, amara sconfitta – per appena 4 punti – contro Trieste ha precluso la possibilità di disputare la seconda finale nazionale consecutiva. Un risultato che lascia l’amaro in bocca, ma anche la certezza di essere stati protagonisti fino all’ultimo con la sensazione di potercela davvero fare. Una menzione speciale va al nuovo condottiero giallonero, Coach Marmugi, che, al debutto assoluto sulla panchina del Giesse, ha centrato una stagione memorabile. Affiancato dal fidato vice Cacioppi, ha saputo plasmare una squadra compatta, determinata e capace di competere al massimo livello nazionale.
 
Accanto alla squadra, il GPL – “Gruppo Poco Lucido” – si conferma campione assoluto di tifo. Un sostegno costante e appassionato, in casa come in trasferta, che pochi team amatoriali in Italia possono vantare. Il Giesse non è solo una squadra, è una comunità che si muove compatta.
 
E poi ci sono i gesti che raccontano più di mille parole. Come quello del capitano Matteo Alderighi e del compagno Alberto “berto” Galli, che, per la partita d’esordio contro i campioni uscenti, hanno affrontato un doppio viaggio Empoli-Rimini dopo il lavoro, per poi tornare a lavorare il giorno dopo e rientrare di nuovo a Rimini per la partita del venerdì. Un esempio lampante di cosa significhi senso di appartenenza.
 
Chi conosce le radici di questa squadra, chi l’ha vista nascere nel lontano 1996, sa quanto pesi quel gesto. Perché in quel sacrificio, in quella dedizione, c’è lo spirito autentico del Giesse: passione, attaccamento alla maglia e voglia di non mollare mai. Terzo posto in Italia, una stagione da incorniciare e uno spirito che non si spegne dopo trent’anni: il Giesse Basket è già pronto a riprovarci.
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