Oltre il danno, la beffa.
Il detto vien da sé e si affibbia come una mezza condanna all’USD Antella ’99, militante nel girone C di Promozione, penalizzata prima in campo e poi dal bollettino emesso dalla Lega Nazionale Dilettanti della Toscana.
Dopo due vittorie filate, la squadra di mister Morandi è capitolata tra le mura amiche contro il Torrita, sconfitta immeritata per 0-1 e a dir poco rocambolesca. Una gara che ha lasciato strascichi importanti, a livello di classifica e, soprattutto, sul piano della giustizia sportiva: i bianco-celesti, infatti, finirono la partita in 10 contro 11 per l’espulsione del centrocampista Matteo Picchi. Un provvedimento che è costato carissimo: 8 giornate di squalifica ed una maxi espulsione che pare davvero eccessiva. Riportiamo il contenuto del referto arbitrale che motiva la condanna:
PICCHI MATTEO (ANTELLA 99) Espulso per essersi rivolto in maniera irriguardosa al D.G., alla notifica lo offendeva. Di poi minacciava l’arbitro rientrando indebitamente sul terreno di gioco e, al termine della gara, lo offendeva nuovamente.
Picchi salterà 8 gare, praticamente oltre un terzo del campionato a guardare i compagni dalla tribuna per un errore, certamente evitabile ma fin troppo penalizzante. Vi raccontiamo l’episodio che ha generato il misfatto: al 92° della domenica calcistica, un contrasto sulla trequarti antellese innescò una carambola che colpì, con veemenza non banale e a distanza ravvicinata, volto e testa di Picchi. Il giocatore locale, evidentemente scosso, cadde a terra “come una pera cotta” (le immagini video lo testimoniano) ma, nonostante l’interessamento della testa, l’arbitro non fermò il gioco. L’azione, poi, avrebbe portato al gol decisivo segnato dal Torrita.
Vedendosi il sangue nel viso per il forte impatto e appurato che l’arbitro non avesse arrestato la manovra offensiva degli avversari, Picchi si alzava e si rivolgeva in maniera effettivamente concitata ed offensiva nei confronti di Latini di Empoli.
Lo stesso arbitro che, tra l’altro, nel primo tempo aveva fischiato e fermato l’azione per sincerarsi delle condizioni di un calciatore dopo un contrasto normale di gioco.
Al di là dell’errore arbitrale e dell’inutile reazione del giocatore, resta la pena che stronca di netto il calciatore: 8 giornate sono rare da vedere e, solitamente, vengono utilizzate per condannare gesti ben più eclatanti come colpi proibiti o mani alzate. Ricordiamo un caso della scorsa stagione sportiva: un cazzotto a pugno chiuso, in testa e a palla lontana (con grave rischio per l’incolumità, la vittima finì in ospedale) di un giocatore ai danni di un avversario provocarono 5 giornate…
Da sottolineare una doppia stranezza nel bollettino di ieri, 4 gennaio: anche un altro giocatore del medesimo girone, Promozione C, è stato condannato a 8 giornate. Si tratta di Mariotti Matteo, portiere del Fiesole Calcio. Questo il referto:
MARIOTTI MATTEO (FIESOLE CALCIO)
Espulso per aver rivolto frase irriguardosa ad un AA, alla notifica offendeva il D.G.. Di poi si rifiutava di uscire dal terreno di gioco,
persistendo nel contegno irriguardoso all’indirizzo dell’AA2. A fine gara reiterava le proteste nei confronti della terna arbitrale, in
maniera irriguardosa.