Il ricordo di un uomo del Novecento, che del secolo scorso aveva vissuto e incarnato drammi, complessità, la rinascita post-bellica e la militanza negli anni del boom economico. Pensate che anche a novant’anni finiti Paolo prestava servizio al Circolo.
Paolo Paoletti, antellese e con una storia personale fortemente connessa alla trama paesana, se ne è andato domenica scorsa, 24 Marzo 2024. Era nato nel 1925 e tra poche settimane avrebbe compiuto 99 anni. Martedì pomeriggio, alle 15:00, cari e compaesani lo hanno salutato per l’ultima volta, accompagnandolo al Cimitero Monumentale di Antella, dov’è stato sepolto accanto alla moglie Rita, deceduta nel 1996. Quante vite si possono vivere in un secolo di vita? Paolo era un testimone del Novecento in tutta la sua complessità, dalla guerra alla ricostruzione, passando per una militanza politica e sociale declinata all’attivismo che gli era valso l’epiteto di “Segretario”.
Anche i giovani lo ricordano come nonno e frequentatore giornaliero del Circolo di Antella, dov’era solito fermarsi ai tavolini di fronte al bar per una lettura pomeridiana di giornali e riviste. Il Circolo era il suo rifugio in vecchiaia ma, come ricorderanno i più esperti, è stato tra i suoi primi pensieri anche in gioventù: Paoletti, fin dagli albori, è stato tra coloro che han contribuito alla nascita del CRC Antella e alla sua consacrazione negli anni d’oro dei grandi nomi della musica italiana. Paolo c’era e per 24 anni ha svolto il ruolo di Segretario – da qui il suo soprannome -, affiancando il cugino e primo presidente Ubaldino Baldini nello storico periodo di progettazione, individuazione del terreno, costruzione e rilancio della nuova Casa del Popolo.
Nel dettaglio Paolo fu nominato vicesegretario nel 1956, quando ancora il CRC Antella non esisteva nella struttura odierna e poi divenne Segretario nel 1957 e fino al 1981. Queste ed altre informazioni, utili per comprendere chi è stato Paolo Paoletti, sono raccolte in un prezioso articolo (leggibile nell’annuario 2018) firmato Massimo Casprini che, il 10 settembre 2018, lo sorprese e intervistò nel suo “ufficio” ovvero ai tavolini del Circolo.
Paolo nacque il 10 luglio 1925, figlio del macellaio Serafino. A neanche vent’anni l’onta della guerra e del nazifascismo lo catapultarono nell’inferno dei campi di concentramento: era ad Udine nel 1944, dov’era stato chiamato per la leva militare, quando una sua lettera rivolta ad amici antellesi che parlava di partigiani venne intercettata; Paolo venne arrestato e spedito nel lager di Klagenfurt, dove visse ai lavori forzati per 11 mesi. Come raccontò a Casprini, Paolo ricorda le parole che l’uomo della Gestapo disse a sua madre prima di venire internato: “Lo saluti ora, perché non lo rivedrà più!”. E invece, per miracolo, Paolo fu tra i sopravvissuti, malgrado il bombardamento della fabbrica dove era costretto a lavorare: dall’Austria, a piedi, tornò prima a Udine e poi all’Antella, dopo diversi giorni di marcia. Era l’estate del 1945.
Il 10 Settembre 1951 Paolo sposò Rita Benelli, con la quale avrebbe avuto due figlie: Susanna nel 1952 e Paola nel 1958. Oltre all’impegno nel sociale, Paolo lavorò come compositore tipografo alla Vallecchi e, successivamente, alla Tedeschi. Vi raccontiamo un altro aneddoto legato alla sua vicinanza con il Circolo, argomentato nell’intervista di Casprini: Paolo era nella sede dell’Arci di Borgo San Lorenzo a Firenze quando notò un disegno che raccoglieva in figure stilizzate l’idea di sport, cultura, musica e teatro; gli piacque, lo prese e quello diventò il simbolo del CRC Antella, ancora oggi in vigore.
Paolo, inoltre, e qui se non è record poco ci manca, ha prestato servizio volontario come bigliettaio del Cinema Antella a 90 anni compiuti: un legame con la sua terra ed un impegno con la sua seconda casa che andavano ben oltre le ragioni anagrafiche.