Giovanni Giannelli è scomparso questa notte, 17 Marzo, dopo una malattia che lo affliggeva da tempo. Ripolese, aveva 70 anni. La stessa che, negli ultimi due mesi, lo aveva costretto lontano dalle sue molte seconde case: i campi di calcio.
E, di conseguenza, dalla sua appassionata e pungente penna con il quale raccontava il calcio dilettantistico dal suo portale web.
Giovanni Giannelli infatti era, in arte, Calciocapace.
Conosciuto da ogni pallonaro nostrano, esperto e narratore della Categoria Regina, com’era solito chiamare l’Eccellenza.
Che fossero indiscrezioni di ogni sorta o calcio mercato, cronache (mai banali) di una gara, pagelle o pronostici, Calciocapace sapeva come far sorridere ed arrabbiare il mondo calcistico fiorentino e toscano. Gli bastava un aggettivo o, ancora meglio, un soprannome, marchio di fabbrica della sua penna arguta (ce ne aveva uno per ogni allenatore e direttore sportivo, nonché per qualche calciatore tra i più noti).
Giovanni ne aveva osservati davvero tanti di Bipedi – come di consueto nominava i calciatori delle nostre categorie – capendone pregi e difetti, giudicandone le gesta in campo senza peli sulla lingua. Tifoso del Grassina ma anche ex dirigente dell’Antella: proprio all’ombra del Peruzzi si era visto in una delle ultime uscite ai bordi del rettangolo verde, a gennaio, prima che la malattia lo portasse distante dal pallone.
Di seguito riportiamo due ricordi trasmessi via Facebook.
Il primo del mister bianco-celeste Stefano Alari: “Saputo la triste notizia….che dire Giova….eri la penna goliardica del nostro calcio….quello che riuscivi a fare incazzare…ma allo stesso tempo stimolare….ma chi cazzo e sto calciocapace…ecc ecc….quando ho imparato a conoscerti ho apprezzato l’uomo..si l’uomo..perchè Giovanni eri una brava persona. Ora si che mancherai a tutti …con immensa tristezza..ciao CALCIOCAPACE “
Il secondo della società rosso-verde, il Grassina Calcio, firmato Lorenzo Topello: ”
“Se n’è andato nella notte di oggi, 17 marzo, proprio il giorno in cui ricorre l’anniversario dell’ultimo derby fra Grassina, la squadra che ha sempre portato nel cuore, e l’Antella di cui per tanti anni è stato dirigente. Sì, perché Giovanni Giannelli, che tutti voi amanti del pallone nostrano conoscerete meglio come Calciocapace, era uno dei pochissimi uomini che riusciva a mettere d’accordo entrambe le parti del poggio, lui che con tanta arguzia e simpatia stuzzicava tutte le settimane i lettori del suo blog Dilettanticalcio in cui commentava gare e protagonisti del campionato di Eccellenza dal 2005, anno in cui decise di aprire il portale web.
Se n’è andato in silenzio, dopo un peggioramento della malattia negli ultimi giorni, proprio in un periodo in cui la sua penna sarebbe stata consolazione e sollievo per un pallone che da due settimane non rotola più.
Io e Massimo Colucci eravamo in tribuna stampa, pronti per assistere alla partita. Poi un toc toc alla porta, ed ecco Calciocapace. Per me, ultimo arrivato nella famiglia dirigenziale rossoverde, non era un viso conosciuto, eppure il signor Giannelli, fra sorrisi e battute, conquistò la mia simpatia nel giro di due azioni da gol.
“Questo qui unn’è bono!”, “Massimo, guarda che bel giocatore il 2”, poi, rivolgendosi a me: “Giornalista, scrivi per benino eh!”. Calciocapace era così. Schietto, sincero come i suoi articoli ed i soprannomi che dava a tutti i calciatori e calcianti in Eccellenza. Ho avuto il piacere di intervistarlo ad ottobre, e credo che sia la sua ultima intervista pubblica: me li ha spiegati praticamente tutti, quei soprannomi, e ci abbiamo riso insieme per un’ora, a commentare quanto fossero azzeccati.
In quell’intervista mi confessò diverse cose che non gli piacevano più del nostro calcio, degli allenatori, dei dirigenti, dei giocatori che, di anno in anno, “diventano sempre più scarsi”. Ma precisò subito: “Nulla di quello che scrivo è pensato con cattiveria: davvero la gente pensa che un uomo di settant’anni come me possa voler fare del male a qualcuno?”
E soprattutto mi colpì alla fine. Parlando degli attacchi ai giornalisti, lui, che ne aveva viste di cotte e di crude, mi disse semplicemente: “Caro Lorenzo, qualche stronzo c’è sempre. Il mondo del calcio è pieno di gente che vuole attaccarti a prescindere per il tuo modo di parlare, per i tuoi commenti. L’importante è non farli sentire importanti”.
Quando tutto questo sarà finito, quando il pallone rotolerà di nuovo, quando riempiremo tutti insieme le tribune del “Pazzagli”, quando torneremo a urlare “Forza Grassina”, ricordiamoci di alzare lo sguardo al cielo, di tributare un applauso, un omaggio, un ricordo a colui che per tanti anni ha scritto di noi, è stato seduto accanto a noi in tribuna senza che nemmeno ce ne accorgessimo, ci ha regalato un sorriso anche nei momenti di tensione. Durante la prossima partita, se e quando ci sarà, ricordiamoci del signor Giannelli. E lui, da lassù, godendosi la partita dalla tribuna VIP, dirà soltanto: “Ragazzi, ma quanto è scarso quel 2…”