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16 Febbraio – 9 dicembre, il 2024 da incubo di Firenze: da via Mariti a Calenzano

Inferno a Firenze. Titolano così alcuni quotidiani anche nazionali, parlando della tragedia accaduta ieri mattina nel Comune di Calenzano, all’interno di un deposito Eni già attenzionato ma mai realmente analizzato nel dettaglio. Fino a ora, fino ad oggi, a dramma avvenuto e morti sulla coscienza che accrescono le vittime sul lavoro di un 2024 tristemente da record per la nostra terra toscana.
Inferno a Firenze, di nuovo. Deja vu.

Era il 16 febbraio e l’anno si apriva con una ferita profonda nel cuore della città: il crollo dell’Esselunga in costruzione di Via Mariti, catastrofe che provocò 5 morti e aprì uno squarcio insanabile nella sostenibilità di certi cantieri, nella necessità seriale di dare alle città nuovi centri commerciali, nella gentrificazione spasmodica, nella catena infinita dei subappalti e nella qualità al ribasso dei materiali usati per grandi opere: un modello di deresponsabilizzazione del committente finalizzato a tagliare i costi e aumentare i profitti. Cinque morti per iniziare l’anno, non pensavamo e non volevamo che ce ne fossero altrettanti per chiudere questo 2024 da incubo. 

Nel mezzo altre stragi che rientrano nel novero delle cosiddette “morti bianche” e provocano conseguenti scioperi, soliti discorsi sulla sicurezza quale diritto inalienabile del lavoratore. Il 9 aprile, a Suviana, nell’appennino bolognese, nella centrale elettrica Enel sul lago, una turbina esplode all’ottavo piano sotto lo zero causando prima un incendio e poi l’allagamento del nono, con crollo di un solaio. Nell’incidente muoiono in sette operai, al lavoro per la messa in opera di adeguamenti della centrale.

La tragica tendenza di quest’anno, fotografata dall’Inail, racconta numeri che non dovrebbero essere raccontati: 890 denunce di morti sul lavoro (+2,5%) in 10 mesi, con quasi mezzo milione di denunce di infortunio (+0.4% annuo). Per quanto riguarda le morti, l’Inail registra un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 672 a 657, e un aumento di quelli avvenuti nel tragitto casa-lavoro, da 196 a 233.

L’incidente di Calenzano ricorda altri avvenuti sempre quest’anno in depositi industriali: il 21 giugno l’esplosione all’Aluminium di Bolzano che ha provocato un morto e cinque feriti. Il 23 ottobre un’altra esplosione ha fatto crollare una parte di un capannone della Toyota Material Handling di Bologna provocando due morti, un ferito grave e una decina in condizioni più lievi, in una città ancora alle prese con i danni delle esondazioni dei giorni precedenti.

Tra i tantissimi incidenti, infine, l’anno si era aperto l’11 gennaio a Valfabbrica, in provincia di Perugia: un operaio di poco meno di 50 anni è morto dopo essere stato travolto dalla terra mentre si trovava all’interno di uno scavo per la riparazione di un tratto del sistema fognario nella zona. 

16 Febbraio – 9 dicembre: 297 giorni la strage dell’Esselunga, torniamo tragicamente a Firenze, qualche passo fuori dal confine comunale che non cambia l’essenza della narrazione: altri 4 morti accertati in unarea che aveva già ombre da anni, mai trasformate in luce, un quinto uomo ancora disperso da ieri mattina e due persone in fin di vita a causa delle ustioni ricoverate. Cinque operai dai 45 ai 62 anni, lavoratori esattamente come i morti di via Mariti, padri, figli, fratelli. Il 2024 d’inferno, a Firenze.

 

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