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Storia di un seggio elettorale senza fine: (oltre) 24 ore di surreale disorganizzazione

E’ passata una settimana dal voto del 25 Settembre ma lo sdegno di chi ha vissuto la vergognosa giornata nel seggio fiorentino dei voti per corrispondenza è ancora freschissimo






Oramai si sa, e va ammesso: i fiorentini sono polemici (oltre che estremamente simpatici, ovviamente). E c’è ben poco da controbattere perché è proprio vero che il fiorentino è talmente attaccato alla sua città, che qualsiasi novità viene accompagnata da proteste e guardata con sospetto prima di essere accolta.

Questa volta, però, è davvero difficile non essere d’accordo con le voci di dissenso sorte alla fine del seggio di Firenze dedicato ai cittadini italiani residenti all’estero. In occasione delle elezioni politiche o dei referendum previsti dagli art. 75 e 138 della Costituzione infatti, le cittadine e i cittadini italiani iscritti nella istanze elettorali e residenti all’estero possono esercitare il diritto di voto attraverso il voto per corrispondenza, oppure in Italia, esprimendo tale opzione all’ufficio consolare di riferimento.

Quest’anno, in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre scorso, Firenze è stata individuata insieme a Roma, Milano, Bologna e Napoli come sede per lo spoglio dei voti per corrispondenza. Questo ha comportato quindi la necessità di reperire, a Firenze e nella Città Metropolitana, ben 1200 scrutatori e 300 presidenti di seggio: numeri non banali, se si pensa al poco tempo in cui si è dovuta svolgere l’organizzazione delle ultime elezioni politiche.

Per fortuna, l’ottimo compenso e la previsione di vivere un’esperienza diversa dal solito, hanno fatto sì che le candidature fossero abbastanza da coprire oltre l’effettivo bisogno di personale: è quindi tutto pronto e ben organizzato per iniziare questa tornata di seggio nel migliore dei modi. Alle griglie di partenza…via!






Il racconto

È domenica 25 settembre 2022: gli scrutatori, i presidenti di seggio e tutto il personale scelto sono convocati per le ore 9.30 all’entrata della Fortezza da Basso di Firenze in viale Filippo Strozzi n.1. Alle ore 9.00 arrivano già le prime facce, alle 9.15 la fila all’ingresso è interminabile.  E’ l’inizio, non proprio di buon auspicio, di una giornata infinita.

Le persone sono in coda da più di un’ora: alcune molto giovani, altre un po’ più in là con l’età. Tutti si guardano tra loro sbalorditi, senza capire come sia possibile che l’entrata sia una sola per tutti. C’è chi,  interdetto dalle modalità organizzative e prevedendo una giornata complicata, inizia a documentare la disavventura attraverso il proprio smartphone (e successivamente sui canali Social).

Alcuni presenti tengono in mano dei fogli con istruzioni sul lavoro da svolgere; altri invece non sanno né cosa fare, né dove andare, né come funzionerà l’intera giornata di lavoro. Giornata, tra le altre cose, molto soleggiata e umida, che provoca perfino qualche svenimento tra le persone in fila. Qualcuno è ottimista: “Sarà un lavoro breve, visto che i voti ci sono già”. I presupposti però, sembrano dimostrare tutt’altro.

La fila inizia a scorrere, finalmente il personale è dentro. I padiglioni sono tanti e all’interno sono disposti numerosi tavoli dove si sistemano sei persone, tra scrutatori e presidenti di seggio. Sopra ogni tavolo una busta sigillata contiene le schede elettorali, i documenti, i verbali, e tutto il necessario per procedere col lavoro. Le persone al tavolo iniziano a conoscersi, parlano, si presentano, mentre all’altoparlante una voce ripete di “non aprire assolutamente la busta prima della direttiva dei funzionari della Corte d’Appello”. Sono le 11:00 circa. Passa un’ora, poi un’ora e mezzo, due ore e ancora niente. Dopo oltre tre ore di silenzio, qualcuno si spazientisce e decide di aprire comunque la busta e iniziare per lo meno a leggere il Regolamento (Regolamento essenziale, visto che la maggior parte delle persone presenti sono inesperte e si trovano a fare questo tipo di lavoro per la prima volta nella vita). Quelli che non prendono iniziativa invece aspettano il commissario per circa 6 ore. Sì, non avete letto male.






I tavoli iniziano con le procedure: prendere il codice di ogni scheda, cercarlo nell’apposito archivio e inserirlo in un file Excel, il tutto ripetuto anche per 900 volte, quanti sono i nominativi. Possibile che nel 2022 alcune pratiche, soprattutto così delicate, non siano ancora digitalizzate?

I padiglioni della Fortezza da Basso sono a questo punto delle vere e proprie catene di montaggio che vanno avanti senza stop fino alle 23.00. Qualcuno inizia a mal sopportare il caldo, l’aria pesante, la mascherina in faccia dopo tutte queste ore. A turno si fa una breve pausa per mangiare, bere e prendere una boccata d’aria. Tutto va comprato, anche l’acqua: c’è un bar all’interno delle mura, “offre” dei bei panini a €5,00. Ma un bel caffè a €1.40 è quello che serve per affrontare la nottata. Un panino e un caffè, sommati al parcheggio dove molti hanno dovuto lasciare la propria auto, fanno circa un totale di €60…forse non conviene.

Alle 23.00 si inizia a scrutinare. Il livello di stanchezza è pari a quello di nervosismo. Le persone più anziane soffrono maggiormente, i giovani cercano di lavorare il doppio per aiutare chi non ce la fa. Una volta terminata la pratica dello scrutinio, i più fortunati riescono a uscire per le 04.00 di notte, mentre la maggior parte delle persone non vede la luce del sole fino alle 08.00. Le 24 ore ininterrotte di lavoro sono ad un passo.

Ma non è finita qui perché l’ultima fase delle operazioni consiste nel sobbarcarsi un’altra assurda coda di un’ora e mezzo per lasciare tutto il materiale nel magazzino apposito. Superate le 24 ore.

A questo punto della storia il materiale documentativo per raccontare la vicenda a “puntate” abbondaTutto è surreale. Sembra perfino inutile specificare l’assenza di distributori d’acqua, di prese della corrente sufficienti per tutti (una signora doveva misurare il proprio livello di glicemia ma era impossibilitata a causa dell’assenza di prese elettriche), per non parlare dell’insufficienza di controlli da parte delle forze dell’ordine in un ambiente così grande e ricolmo di persone. Sembra perfino inutile, ma vien da sé, capire che i problemi di (dis)organizzazione della Circoscrizione estera di Firenze abbiano condizionato la lucidità del personale addetto allo scrutinio e, di conseguenza, allo spoglio.

Inutile non è invece dar voce alle migliaia di persone che hanno vissuto quest’incubo; con la speranza che il loro racconto possa servire per non commettere nuovamente errori di questo tipo…forse allora, qualche volta, i fiorentini brontoloni vanno ascoltati davvero.

 

Cosa all'ingresso

 

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Cosa all'ingresso

 

Cosa all'ingresso

 

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La coda di un'ora e mezzo alle 8:30 di mattina dopo 24 ore di lavoro

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