L’eco di una piccola storia italiana, parte del più ampio e complesso scenario di guerra, che si consumò negli anni 1943-1944, si fa grande e diventa un’opera teatrale letta, valutata e premiata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con uno dei più prestigiosi riconoscimenti del contesto nazionale contemporaneo. Memoria, ricerca, impegno civico, drammaturgia.
Nella miscela sapiente degli elementi che qualificano il testo, “Via Roma, 34. Il gioco interrotto. Storia di una famiglia. I Modigliani: 1943-1944”, scritto e diretto dall’attrice e regista Tiziana Giuliani, l’edizione 2020 del Premio Matteotti individua il miglior talento artistico italiano.
Con il racconto teatrale in musica, liberamente ispirato alle vicende della famiglia Modigliani tra San Casciano in Val di Pesa e Firenze 1943-1944, è la fiorentina Tiziana Giuliani, drammaturga e interprete di adozione sancascianese, ad aggiudicarsi la sedicesima edizione del Premio Giacomo Matteotti per la sezione opere letterarie e teatrali. Il premio, indetto dal Governo, è stato assegnato all’artista per la stesura di un’opera che illustra gli ideali di fratellanza tra i popoli, di libertà e giustizia sociale che hanno ispirato la vita di Giacomo Matteotti.
Il testo nasce da un percorso di ricerche e approfondimenti svolto da Tiziana Giuliani che da anni orienta il suo lavoro artistico nell’indagine e nella valorizzazione dei temi della memoria e dell’impegno civile, individuale e collettivo, in collaborazione con l’associazione Sgabuzzini Storici, costituita da giovani studiosi come Sara Gremoli e Francesco Fusi, e Marta Baiardi dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, il supporto prezioso del Comitato per la memoria Irene e l’associazione La Porticciola.
“Via Roma, 34. Il gioco interrotto” ricostruisce le vicende di alcuni ebrei fiorentini residenti a San Casciano, gli Sternfeld e i Modigliani, negli anni 1943-1944. L’opera è stata finanziata dal Comune di San Casciano nell’ambito del progetto biennale legato all’iniziativa, promossa e voluta dall’amministrazione comunale, che ha visto nel 2018 incorporare nel selciato stradale di via Roma le pietre di inciampo in memoria di Paolo Sternfeld e Giacomo Modigliani, arrestati il 17 ottobre del 1943, deportati nei campi di prigionia e concentramento a Fossoli, nei pressi di Carpi, e assassinati dalle truppe nazifasciste ad Auschwitz nel 1944. Le pietre d’inciampo sono installate a partire dal 1995 in tutta Europa dall’artista tedesco Gunter Demnig.
“Prima di essere spettacolo – dichiara Tiziana Giuliani – allestito e interpretato con il coinvolgimento dei miei giovani allievi del Teatro dei Passi – Arcazzurraformazione, “Via Roma, 34. Il gioco interrotto” è una prova di scrittura teatrale, fondata non solo sulla rievocazione di date, luoghi, persone ma sull’amplificazione dei sentimenti, degli stati d’animi più profondi. E’ un susseguirsi di immagini delicate ed espressioni poetiche che estendono il ricordo di un vissuto che va oltre la ricostruzione di quei tragici avvenimenti”.
Nella grammatica teatrale di Tiziana Giuliani il tempo dell’orrore della Shoah lascia spazio all’innocenza di una bambina, Letizia Modigliani, figlia di Giacomo, e la descrizione della paura, del senso di ingiustizia e di impotenza prende straordinariamente il sopravvento.
“Sono onorata di ricevere questo premio che sancisce un lungo percorso di produzione e ricerca teatrale – commenta la drammaturga – è una piccola tragica storia di vita, una delle innumerevoli schiacciate nell’identità dall’oppressione nazifascista che oggi in qualche modo rinasce e si riscatta in nome della libertà e dell’uguaglianza dei diritti umani. E di questo sono felice, perché la memoria può moltiplicare il proprio valore in modo esponenziale se nel presente lavoriamo tutti trasversalmente per tenerla viva, per farla vibrare anche in coloro che non hanno mai vissuto né ereditato il ricordo del sacrificio della guerra”. Lo spettacolo ha debuttato al Teatro comunale Niccolini di San Casciano in occasione della Giornata della Memoria nel 2019.
“Un’attrice di grandi capacità umane e professionali che riceve un premio meritatissimo – commenta l’assessore alla Cultura Maura Masini – il suo lavoro, guidato da un serio e talentuoso cammino artistico sulle tracce della storia locale che elabora e individua testimonianze inedite, aggiunge un tassello importante alla ricostruzione del patrimonio storico sancascianese. Rivolgiamo i migliori auguri a Tiziana Giuliani perché possa continuare a realizzare progetti di altissimo valore, come quello premiato dal Governo, che identificano e promuovono la conoscenza teatrale attraverso i valori della partecipazione e della cittadinanza attiva”.
Soddisfazione è stata espressa anche dagli storici Sara Gremoli e Francesco Fusi. “L‘importante premio dato al testo scritto da Tiziana Giuliani – hanno aggiunto – assume per noi un significato particolare in quanto riconosce il valore della conservazione della memoria e della divulgazione della conoscenza storica attraverso un approccio di tipo multidisciplinare, tra cui il teatro, adottato nel territorio da Sgabuzzini Storici”.
La Commissione giudicatrice per l’assegnazione del Premio Giacomo Matteotti è presieduta dal Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roberto Chieppa ed è composta da Silvia Calandrelli, Stefano Caretti, Emanuela Giordano Meschini. Francesco Maria Chelli, Angelo Sabatini e Bruno Tobia. Tiziana Giuliani sarà premiata il 3 dicembre alle ore 11 nella sala Verde di palazzo Chigi compatibilmente con le misure urgenti del governo stabilite dal governo per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.
La storia dei Modigliani
Le vicende di queste due famiglie ebree riguardano da vicino la memoria del nostro territorio. La famiglia Modigliani sfollò a San Casciano in Val di Pesa già nel 1942 per la paura dei bombardamenti sulla città di Firenze. Dopo l’8 settembre del 1943 la madre e i figli della famiglia Modigliani tornarono a Firenze, nascosti in una pensione di via Cavour. A Firenze, la “persecuzione delle vite” degli ebrei durò undici mesi, a partire da quella mattina dell’11 settembre 1943 in cui i tedeschi occuparono la città. La caccia all’uomo che si scatenò da allora portò alla deportazione di centinaia di persone. Giacomo Modigliani coniuge di Elena Castelli e Paolo Sternfeld coniuge di Olga Castelli furono arrestati a San Casciano in Val di Pesa nell’ottobre 1943. Elena Castelli e i figli Vittorio Modigliani e Letizia Modigliani furono invece arrestati a Firenze. Al momento dell’arresto Elena Castelli riuscì a lasciare la figlia Letizia alle suore del carcere femminile di Santa Verdiana mentre Giacomo, Paolo, Elena e Vittorio furono deportati ad Auschwitz