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Mafalda, la contestataria della porta accanto: ribelle, gentile, ironica. Dedicato a Quino






Due giorni fa è morto in Argentina Joaquín Salvador Lavado, conosciuto come Quino, il disegnatore padre del celebre personaggio di Mafalda, la bambina ribelle creata per una pubblicità di lavatrici nei primi anni Sessanta. Considerato il fumettista in lingua spagnola più tradotto al mondo, è scomparso nella città natia di Mendoza. La scrittrice Sabrina Merenda ha voluto omaggiare, con questo articolo, Quino ed il suo disegno simbolo: Mafalda.

“Sono a scrivere di un mito. Una bambina speciale disegnata su una Striscia di carta nel lontano 1963 e a cui devo non solo la mia infanzia, ma il mio humor. Come me centinaia di lettori, uomini, donne, anziani le devono molto e tanti altri possono farne un punto di inizio.

Mafalda era e resterà per sempre un mito. Scopro solo adesso che il famoso fumetto ancora vivo e presente su tutti i diari scolastici , sugli zaini e oggettistica di cartoleria, smise di essere disegnato con l’ inizio della dittatura argentina , esattamente nel 1973. Io ero una neonata e appare sempre più incredibile che nemmeno una dittatura oltreoceano abbia potuto distruggere il sogno democratico di Mafalda.

E allora seguitemi in questo viaggio biografico perché da poche ore abbiamo perso Quino, il suo papà argentino che la mise in scena con il suo fumetto, per dare vita alle ribellioni di una società intera, senza ipocrisie o secondi fini, se non per quello di “parlare con la bocca e la gestualità di una bambina”.

Mafalda ha solo 6 anni ma ha vissuto nella concretezza. Lei sa fare tutto e adopera l’adattabilità nella sua piccola vita. Dice esattamente ciò che pensa e non si vergogna delle proprie emozioni. Ha piccoli amici diversi e opposti da lei: un sognatore e una egoista. Da loro apprende il bene ed il male, distinguendo se stessa. Il gioco li unisce sempre. Il gioco della pace dovrebbe unire il mondo.
Legge moltissimo perché vuole porre domande agli adulti.






Ricordo benissimo quanto la mia maestra veneta la utilizzava per dimostrare come il rivelarsi fragili in modo spontaneo potesse in qualche modo aiutare i bambini a fortificarsi il carattere senza subire quelli che lei chiamava ‘ i soprusi ‘.

Mafalda non conta sul proprio aspetto ma si piace, sempre e comunque, pettinata o spettinata, vestita o in camicia da notte. Capisce da subito che l’ uomo deve destreggiarsi con un mondo di quotidianità inattesa, pensante, a volte magica e altre terrificante. Lei usa l’ arma dell’ ironia. Nulla la scalfisce fino a che sdrammatizza o trasforma in caricatura ciò che la vita vuole stigmatizzare. Mafalda una ribelle di professione, gentile, buona, ma coerente.  Uno spirito libero.

Non usa mezzi termini davanti alle lotte più importanti. Si documenta per crescere con i dubbi e poche certezze. Secondo lei le certezze non fanno evolvere l’ uomo ma lo rendono arrendevole. Eppure la prima striscia con lei disegnata, viene commissionata a Quino per una marca di elettrodomestici. Poi non venne utilizzata.
Allora il suo autore prende spunto da un Romanzo dell’ epoca dove la protagonista risulta appunto una bambina di 6 anni. Come si può avere 6 anni ed essere così maturi ? Semplice, Mafalda impara presto ad essere autonoma, ad allacciarsi le scarpe da subito, a pettinarsi, a tagliare la carne da sola.

Mafalda vive la sua casa come una dimensione di cassaforte autonoma. Lei sfida la natura e a differenza dell’ ingenuo Charlie Brown non si fa incantare da chi vuole arrivare senza sacrifici o vive di menzogne e bugie. Qualcuno l’ ha definita un vero ‘fungo atomico’. Hanno scritto di lei prefazioni meravigliose, fra cui Umberto Eco, che vede nel suo autore argentino Quino, con questo personaggio, il riscatto di ogni generazione di giovani, non contestataria ma istruita.

La contestataria della porta accanto. Lei contesta in modo docile perfino i suoi genitori. Di loro non tollera il lato arrendevole e la pacatezza ipocrita di una vita borghese. La rinuncia dei sogni di sua mamma, che non ha continuato a studiare o le fissazioni nevrotiche del padre. Segni che fanno capire alla piccola Mafalda come ciascuno di noi non possa aspettare di diventare grandi per seguire una strada, ma come con metodo occorra aprirla dentro se stessi fin da bambini. Come? Tramite tutto ciò che si incontra, dalla Istruzione, agli amici e perfino alla nascita di un fratello. Quando scopre di diventare ‘ sorella’ ha come una entusiasta folgorazione, perché capisce che e’ arrivato il momento di responsabilizzarsi e di non avere più paura.

Non vuole rinunciare ai sogni e desidera realizzarsi. Qualcuno direbbe che lei può essere solo una striscia o una idealistica presenza. In realtà rispecchia più di chiunque quel potenziale immenso che vive in ogni bambino del mondo. Quei bambini dai quali noi adulti abbiamo tanto da imparare. Rispecchia il diritto di ogni bambino di istruirsi e porsi le domande critiche.

Dedico questo flash biografico non solo al grande Quino, scomparso da poco, ma a tutti i bambini che hanno 6 anni come lei e presto impareranno a leggere e a scrivere, con tanta voglia di imparare o interrogare noi adulti che non sempre siamo impeccabili o perfetti. Lo dedico a noi adulti perché non ci dimentichiamo in un cassetto la nostra Mafalda o Nando personali. Infine penso a ciò che la censura del lontano 1973 fece indirettamente su Quino e ricordo con cuore l’ Argentina.






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