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L’attacco di Franchi e Zoppini: “L’Assessore Cioni ha mentito sul Birillo”

Gabriele Franchi e Matteo Zoppini, consiglieri comunali rispettivamente di Cittadini Per Impruneta e Centrodestra per Impruneta, sono gli autori del seguente comunicato stampa: un netto attacco all’assessore Cioni relativamente al “Birillo” di Tavarnuzze e alla clausola di restrizione della manifestazione d’interesse che, nel 2019, pose limiti alla partecipazione del bando “Spazi attivi”. Bando al quale il Comune di Impruneta partecipò senza tuttavia ottenere finanziamenti per l'”ex stazione” di piazza Don Chellini. Nel dettaglio:






“Essere una carica istituzionale vuol dire dover rispondere di ciò che si dice e si fa, assumendosi ogni responsabilità e mostrando sempre onestà intellettuale. L’Assessore Laura Cioni ha mentito sul Birillo di Tavarnuzze, nell’incapacità di giustificare scelte rivelatesi poi del tutto fallimentari. Nel consiglio comunale del 27/06/2019 venne discussa la mozione urgente presentata dai quattro gruppi consiliari di opposizione dal titolo “Modifica bando ex stazione di Tavarnuzze”.

Tale mozione chiedeva di eliminare una clausola ritenuta ristrettiva e discriminatoria dalla “Manifestazione d’interesse” redatta dal nostro Comune al fine di partecipare al bando “Spazi Attivi “ della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze: tale clausola prevedeva che l’accesso alla co-progettazione era riservato solo a soggetti che avessero già gestito per almeno tre anni un immobile pubblico.

La mozione venne respinta dal gruppo di maggioranza, e nel corso della discussione Cioni intervenne due volte per spiegare le ragioni per le quali era stata inserita la suddetta clausola e i motivi per cui la maggioranza avrebbe votato contro la mozione delle opposizioni.

L’Assessore giudicò “non fondata” la mozione dal momento che, a suo dire, l’Amministrazione aveva inserito la clausola “per recepire le indicazioni dell’Anac”, ovvero la delibera n.32 del 20 gennaio 2016. Cioni disse che era il documento in questione a disciplinare “queste nuove forme di co-progettazione”, dal momento che vi sono indicati i requisiti “tecnici, professionali e sociali” di cui i Comuni devono tenere conto nella “modalità d’individuazione di un soggetto partner dell’ente”, e che tra questi criteri vi è anche “ l’esperienza maturata”.

Secondo Cioni era necessaria una “qualifica principale per garantire una professionalità di partenza”, e al termine dell’intervento ella disse, in un discorso confuso e poco chiaro, che “la richiesta della mozione non può essere accolta perché non ha il fondamento di quella che può essere la legalità”.

La delibera Anac n. 32 del 20 gennaio 2016, citata dall’Assessore, è un documento di 43 pagine che prende il titolo di “Determinazione Linee guida per l’affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali”. Al punto 5, “La co-progettazione” (pp. 10-11), vengono chiarite le fasi di articolazione del percorso di co-progettazione. Queste le prime due: “a) pubblicazione di un avviso di interesse con cui si rende nota la volontà di procedere alla co-progettazione. Nell’avviso sono indicati un progetto di massima, nonché i criteri e le modalità che saranno utilizzati per l’individuazione del progetto o dei progetti definitivi; b) individuazione del soggetto o dei soggetti partner dell’ente mediante una selezione volta a valutare i seguenti aspetti: -possesso dei requisiti di ordine generale, […], tecnici, professionali e sociali (tra cui l’esperienza maturata); – caratteristiche della proposta progettuale; – costi del progetto.”

Questo passo rende senza dubbio chiari alcuni aspetti. In primis, l’accertamento dei requisiti previsti viene indicato da attuarsi dopo la pubblicazione da parte dell’ente dell’avviso di interesse, al momento della scelta tra i progetti che sono stati presentati. Inoltre, il requisito dell’esperienza maturata NON appare come un criterio vincolante (o almeno come non l’unico), e soprattutto NON è in alcun modo specificato che per esperienza si intenda l’aver già gestito per un certo periodo un immobile pubblico: il termine “esperienza maturata” si presta evidentemente a più significati, tra cui ad esempio l’esperienza di un soggetto nel proprio settore, l’esperienza di un soggetto nella co-progettazione con enti pubblici, ecc.

Alla luce di ciò risulta dunque che o l’Assessore Cioni ha mal interpretato le linee guida dell’Anac, o più probabilmente che le ha usate strumentalmente. A rendere ancora più fondata la mozione vi sono le affermazioni del punto n. 2 della delibera, “La concorrenza nel settore dei servizi sociali” (pp.5-6): “… Attraverso la co-progettazione, invece, l’amministrazione sarà adiuvata dai soggetti del terzo settore […]. Al fine di consentire la concorrenza per il mercato, è necessario che gli enti affidanti non richiedano requisiti di partecipazione troppo stringenti che possano funzionare da barriere all’ingresso […] o criteri di valutazione che premino eccessivamente determinate caratteristiche possedute solo da taluni individui.”

Le scelte della Giunta comunale paiono invece contrastare queste direttive, poiché la clausola inserita nella “Manifestazione d’interesse” del Birillo risulta un requisito di partecipazione troppo stringente, in conseguenza del quale infatti un solo progetto è stato presentato. Le linee guida dell’Anac risultano dunque da una parte inattuate e dell’altra mal interpretate o utilizzate pretestuosamente.






L’Amministrazione comunale ha inserito nella “Manifestazione d’interesse” per il bando la specifica clausola unicamente per una propria volontà politica, mentre non trovano riscontro le affermazioni di Cioni secondo cui il criterio dell’aver gestito per tre anni un immobile pubblico fosse un vincolo imposto dall’Anac.

Abbiamo presentato una domanda d’attualità sulla questione, discussa nel consiglio comunale di ieri: la risposta dell’Assessore è stata quanto di più imbarazzante ci si potesse aspettare. Cioni infatti ha detto che non bisogna guardare al passato e alle vecchie dichiarazioni, ma al futuro del Birillo, senza rispondere minimamente ai tre quesiti posti nel merito della delibera Anac. Un atteggiamento vergognoso e inaccettabile, una fuga dalle proprie responsabilità che dimostra purtroppo la veridicità di quanto da noi sostenuto.

Se il Birillo oggi è un fossile vuoto, una cattedrale nel deserto priva di utilizzo, la colpa è anche di quella clausola restrittiva che impedì a molte associazioni di potersi presentare alla Manifestazione d’interesse, da cui magari si sarebbe potuto scegliere un progetto migliore e in grado forse di farci aggiudicare i soldi del Bando. Ed è gravissimo che l’Assessore Cioni abbia mentito giustificando la bocciatura della mozione volta a togliere quella clausola con un documento che in realtà dice tutt’altro.

Tutti possono fare degli errori, ma se si è una carica pubblica bisogna rispondere delle conseguenze che questi hanno portato e soprattutto si deve ammetterlo, nel rispetto delle istituzioni, dei cittadini e di un territorio che non merita una tale inettitudine e una tale disonestà intellettuale.






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