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Franco Pestelli, lo sprint verso le Primarie Pd: “Ascolto, partecipazione e no con Italia Viva. Alla campagna di Pignotti dò un…”

Intervista a Franco Pestelli, candidato alle Primarie Pd di Bagno a Ripoli, a pochi giorni dal voto del 3 Marzo. Pestelli, ripolese classe 1960, approfondisce alcuni dei temi emersi in questa breve campagna elettorale, affidandosi alle pagine del nostro giornale. A questo link trovate le informazioni tecniche per il voto di domenica prossima.

Franco Pestelli, siamo ormai agli sgoccioli. Come ha vissuto questa campagna elettorale?

Tanto faticosa quanto gratificante. Mi ha permesso di stare a contatto con tante realtà che non conoscevo a pieno. Le primarie sono state un’opportunità per il Partito Democratico, e di questo lo ringrazio. Hanno dato la possibilità di rimettere al centro di Bagno a Ripoli temi politici che ultimamente non erano stati valorizzati. Mi riferisco al rispetto dell’ambiente, al tema delle infrastrutture e, soprattutto, a quello della partecipazione. Dai tanti colloqui che ho fatto in quest’ultimo mese è emersa una scarsa attenzione ai bisogni dei cittadini da parte dell’amministrazione. Le primarie, da questo punto di vista, hanno permesso di far emergere tante problematiche e aspetti critici su com’è e come si sta evolvendo la società ripolese”.

Quali sono le principali problematiche che ha riscontrato nei suoi incontri con i cittadini?

“L’inadeguata attenzione a quelle che erano le richieste dei cittadini, a cui spesso l’amministrazione non ha saputo neanche dare risposte. Questo ha creato, e sta creando, un clima di progressiva sfiducia. Motivo per il quale noi abbiamo messo nel primo punto del programma quello che consideriamo un vero e proprio mantra: partecipazione, ascolto e condivisione. Vogliamo essere un’amministrazione più attenta e vicina ai bisogni della popolazione. Una presenza che non sia semplicemente fatta nel momento dell’inaugurazione di una nuova attività commerciale o di un nuovo evento sul territorio, ma un coinvolgimento reale e concreto”.

Quali sono i principali temi al centro del suo programma?

“I tre punti cardine del mio programma elettorale sono: ascolto e partecipazione; associazionismo e infrastrutture locali. Del primo abbiamo già parlato, mentre per quanto riguarda l’associazionismo ritengo che l’amministrazione debba assumere un ruolo più progettuale. Bisognerebbe partire innanzitutto da una mappatura su quelle che sono tutte le associazioni nel nostro territorio, che ad oggi non esiste. Dopo di che creare un sistema sinergico e organico di tutte le realtà coinvolte, siano esse sportive, circoli o quant’altro. L’associazionismo è un capitale sociale che, se ulteriormente valorizzato, potrà creare un clima di fiducia e rispetto reciproco tra cittadini e istituzioni.

Sulle opere infrastrutturali, invece, la mia opinione è che questa amministrazione abbia fatto “tanto per fare”, piuttosto che fatto per fare bene. Faccio un esempio. Negli incontri che ho svolto con i cittadini di Ponte a Niccheri diversi di loro mi hanno detto non solo che non sono stati assolutamente coinvolti nel modo in cui la viabilità assumerà il suo assetto definitivo, ma addirittura che è stato presentato loro un progetto che si è poi rivelato sbagliato. Noi vogliamo discostarci da questo modo di fare politica”.

A proposito di infrastrutture, due temi emersi nel corso della campagna elettorale – e che hanno creato dibattito – sono stati Scuola Americana e spostamento di Asilo ed Elementari da Grassina a Belmonte: lei come si pone a riguardo?

“La gestione della Scuola Americana è stata un azzardo che non condivido. Al momento c’è già un iter urbanistico avviato per questo, da un punto di vista giuridico, non ci sono grossi margini di manovra. Tuttavia, ritengo che se si aprisse un tavolo di trattative in cui si siederà una politica forte e convinta che quella scelta debba essere rivista, allora si possono ottenere miglioramenti. Per quanto riguarda lo spostamento delle scuole di Grassina a Belmonte anche lì ci sono grosse criticità. Innanzitutto perché ci sarà una collocazione urbanistica in una zona in cui la viabilità non è ancora stata stabilita. Inoltre, così facendo si va a svuotare Grassina di una risorsa importante come quella scolastica, la cui vita sociale verrà a mancare in Paese. Infine, si andrebbe a porre un’altra infrastruttura dove già c’è la Caserma dei Carabinieri, la Biblioteca, la Scuola Media, il fontanello dell’acqua e l’area sportiva del Belmonte Calcio, creando un flusso di macchine ancor più importante e impattante”.

Nel suo comunicato stampa lei ha chiuso la porta ad una futura alleanza con Italia Viva, può dirci qualcosa di più in merito?

“Io penso che il centrosinistra debba proporre determinati valori di solidarietà, di giustizia sociale e, soprattutto, di uno sviluppo del territorio che miri a valorizzare, non a capitalizzare. A fronte di questi presupposti non credo che ci siano margini per alleanze con forze come Italia Viva, che non si riconoscono con i valori del centrosinistra. Parlo di centrosinistra, e non di PD, perché ci metto dentro anche quell’ambientalismo civico, che parte da una salvaguardia del territorio in maniera più programmatica. Personalmente ritengo che il passaggio a Italia Viva del sindaco Casini sia stato un episodio molto brutto, che ha fatto sì che tanti elettori si siano sentiti traditi e, conseguentemente, ha minato quella fiducia tra cittadini e istituzioni di cui parlavamo prima”.

Un voto alla campagna elettorale di Pignotti e cosa non le è piaciuto del suo avversario?

A Pignotti do un 7 perché gli ho visto una grande passione, determinazione e correttezza. Entrambi abbiamo vissuto queste primarie non come luogo di disputa, ma come possibilità di confronto su vari temi da prospettive diverse ma conciliabili. Anche da parte sua ho percepito la volontà di salvaguardare l’unità del partito per vincere la partita vera alle amministrative di giugno. Se devo dire un aspetto che non mi è piaciuto è il suo porsi come leader, il suo vivere la politicacoerentemente ai tempi attuali – in modo molto personalistica. Io non condivido questa scelta e vorrei che al centro del dibattito non ci siano Franco Pestelli o Francesco Pignotti, ma il Partito Democratico”.

Franco Pestelli

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