La luce, giallognola, che illumina le quattro vetrate del Circolo Ricreativo Culturale di Antella è spenta da tre ore circa, precisamente dalle 18:00, nel rispetto del nuovo DPCM ammazza cultura, sport, socialità e ristorazione.
Sono passate da poco le ore 21:00 e la serata che si prospetta, come le prossime di un mese moralmente (e non solo) difficile, è in bianco e nero. Tendente al nero. Sul piazzale del CRC i consiglieri ed il Presidente Alessandro Conti si sono riuniti per digerire un boccone amarissimo. Ci vorrebbe un digestivo potente, doppio, ma il bar è chiuso.
La nota ARCI giunta nel pomeriggio recita:
“Vi informiamo che nella giornata di oggi è stato adottato dal Ministero degli Interni un provvedimento contenente alcune indicazioni applicative emesso a fronte delle richiesti di chiarimento ricevute. Tra i chiarimenti forniti, il Ministero specifica che: “la sospensione dei centri culturali, sociali e ricreativi, prevista nella lett. f) determina la conseguente sospensione dell’eventuale somministrazione di alimenti e bevande effettuare a beneficio dei soci o di frequentatori occasioni, in funzione dell’attività svolta nei suddetti centri.”
Alla luce del provvedimento citato i nostri circoli devono sospendere da subito l’attività di somministrazione.”
Era il 21 Maggio scorso quando scrivevamo, con un certo entusiasmo, della riapertura della struttura antellese e di un caffè che non ci era mai sembrato così buono. Oggi, 160 giorni dopo e trascorsa un’estate stentata, la nuova ufficialità “killer”: il CRC Antella, come il resto dei circoli, chiude al pubblico, almeno fino al 24 novembre.
Luci spente non solo dopo le 18:00 ma dal primo mattino e per tutto il resto del giorno. Niente più cinema e teatro dunque cultura. Niente più attività di biliardo, calcio, baseball quindi sport. Niente più tv in compagnia, briscola, cappuccino dunque socialità. Niente più pizzeria dunque intrattenimento, volontariato e imprenditoria. Niente di niente: un tessuto sociale minato alle basi, penalizzato e “criminalizzato” come creatore di assembramenti e portatore sano di contagi.
Fine, almeno per un altro mese.
Fine, malgrado i soldi, tanti, spesi (oltre a quello non incassati) per adeguarsi alle nuove normative con DPI, plexiglas, igienizzanti mani, distanziamento dei tavoli, ingressi separati. Niente è servito a scongiurare una seconda chiusura totale, nonostante il Circolo abbia rispettato ogni nuova normativa, evitando assembramenti e muovendo socialità in totale sicurezza.
Oggi la “macchina” si ferma di nuovo, mandando in cassa integrazione dieci dipendenti regolarmente assunti ed interrogandosi su un futuro sempre più in bianco e nero. Tendente al nero.