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Bentornato Francesco, dopo 55 giorni in ospedale: 30.000 euro per le cure dalle tre associazioni di volontariato di Bagno a Ripoli






Un ritorno a casa speciale per Francesco e la sua famiglia, dopo due mesi di permanenza a Parigi per curare il piccolo antellese di 4 anni affetto dalla malattia di Crouzon, sindrome malformativa genetica che colpisce un bimbo ogni 60.000.

Ieri, nella sede della Misericordia di Antella, le associazioni di volontariato del territorio quali appunto la Misericordia antellese, Fratellanza Popolare di Grassina e Croce Rossa di Bagno a Ripoli, assieme all’assessore ripolese Eleonora Francois, hanno accolto Francesco e i suoi genitori, Patrizia e Leonardo.
Attendendoli con un prezioso regalo di Natale: tre assegni di 10.000 euro ciascuno, donati dalle tre associazioni locali per aiutare la famiglia di Francesco a sostenere le cure necessarie al benessere del piccolo.

Una storia, quella di Francesco, di battaglia quotidiana e attaccamento alla vita, di ospedalizzazioni frequenti e molto costose, che ha coinvolto emotivamente l’intero territorio di Bagno a Ripoli attraverso una rete di solidarietà comunitaria e fondamentale.






Il suo, infatti, non è ancora un ritorno definitivo all’Antella: dopo 55 giorni di permanenza a Parigi, in una camera d’ospedale dalla quale la mamma Patrizia non si è mai allontanata, Francesco dovrà tornare nella capitale francese per ulteriori interventi facciali (per esempio ricostruzione della cavità orbitale e ricostruzione del naso).

Nei mesi appena trascorsi, dopo il primo intervento, sono subentrate complicazioni che avevano prospettato addirittura il peggio, al quale sono succeduti due ulteriori operazioni fortunatamente ben riuscite. A Febbraio Francesco e i genitori torneranno a Parigi per le ulteriori cure.

“Francesco aveva paura, pertanto sono stati 55 giorni con lui, chiusa nella stanza d’ospedale dove era ricoverato. Per fortuna in Francia, a differenza dell’Italia, consentivano di rimanere in camera ad entrambi i genitori ed abbiamo affrontato questo periodo insieme. Francesco, malgrado le difficoltà, è stato molto forte e regalava sempre un sorriso o un bacio ai medici, per questo lo adoravano. Abbiamo avuto la fortuna di trovare una neurochirurga dell’Equipe parigina italiana, con la quale siamo in contatto tuttora.”






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