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Elezioni comunali

Azzurri di gioia

Pensavamo di aver già ricevuto abbastanza, da questa splendida estate. E invece il 2021 ha voluto regalarci qualcosa in più.

Ci siamo esaltati con Matteo Berrettini, che ha visto sfumare Wimbledon soltanto perchè si è confrontato in finale con una specie di mostro mangiatutto che gli ha negato la Coppa, ma non gli ha tolto la soddisfazione di essere uscito a testa altissima dal tempio del tennis. Poi abbiamo urlato come pazzi per ciò che non credevamo possibile e che finalmente ci ha riunificato come popolo: l’Europeo del calcio, quel magico momento in cui finalmente non esistono più nordisti e sudisti, negazionisti e vaccinisti, fanatici del catenaccio o profeti del 4-2-fantasia.

Insomma, lo sport, e in particolare il calcio (come spesso accaduto) si sono vestiti di giacca e cravatta e hanno riappacificato per un po’ una nazione divisa su tutto. Soprattutto di questi tempi.

Sono passate tre settimane dall’ebbrezza per la vittoria dei ragazzi di Mancini. E sembrava che avessimo già archiviato l’estasi del “quanto è bello essere italiani” orientandoci di nuovo sulle divisioni da bar. Quel bar che per alcuni dovrebbe accettare il green pass, mentre per altri dovrebbe riaprire in maniera indiscriminata in faccia al Covid. E allora il nostro luglio è volato via fra assurde manifestazioni di piazza e reiterate polemiche politiche e sociali. Insomma, la solita Italia, quella litigona e mai concorde, nemmeno su temi che (almeno sulla carta) dovrebbero ottenere plausi unanimi.






Ci voleva un’altra scossa sportiva. Ne sono arrivate due in dieci minuti. E sono arrivate in modo simile.

Perchè, come canta Ligabue, “gli occhi fanno quel che vedono, niente meno e niente più”. Le pupille di sessanta milioni di sportivi si dilatano per lo stupore, poi lasciano scorrere l’emozione fino alla bocca, che si apre in un urlo incontrollabile di gioia. Perchè Tamberi salta più in alto del cielo e Jacobs corre più veloce del tempo.

Sono bellissimi, i nostri due gold-medalist dell’atletica, che portano i colori azzurri laddove non erano mai stati: sul tetto del mondo. Storie italiche di sofferenza e rinascita, come quella di Gianmarco che fino a pochi anni fa pensava di non poter neanche più saltare la corda, figuriamoci arrampicarsi fino al cielo. O quella di Marcell, che ha inghiottito record su record prima di prendersi lo scettro di uomo più veloce della terra.

Il cielo saltato da Gianmarco e la terra che Marcell riesce a percorrere nello stesso tempo che noi impieghiamo per scendere dal letto. L’azzurro torna di nuovo a metterci tutti d’accordo.

Il cielo e la terra sono sempre più blu.






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