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Video / Coronavirus, turisti cinesi offesi a Firenze: quando ad essere virale è l’intolleranza






Sul web ed in pochi minuti sui cellulari di ogni persona munita di smartphone, da ieri, gira un video che, in soli 8 secondi,fa incetta di intolleranza. Girato a Firenze, evidentemente da un fiorentino, il filmato rispetta ogni criterio della “viralità”: breve, sconcertante, apparentemente senza contenuti. 

Di contagi e virus parliamo, siano essi di natura medica o – peggio – ideologica.

“Schifosi, sudici, andate a tossire a casa vostra. Pezzi di merda, fate schifo, ci infettate tutto…pezzi di merda”. Una sequenza di ingiurie in stile Mario Cioni, senza prendere fiato, sputate addosso a quattro turisti cinesi colpevoli di essere tali nei giorni del Coronavirus e ignari delle offese raccolte.

Otto secondi di vergogna che non devono strappare nessun sorriso sulla bocca dello spettatore. Qualcuno avrà pensato:“La solita goliardia dei fiorentini”.
Altri, i più, al contrario si saranno detti: “Che gente intollerante…i fiorentini!”. 






Seppur “solo” verbale, è una forma di violenza inaudita. Parole che pesano come macigni e palesano un campanello d’allarme della nostra società incapace di comprendere e imparare dal passato: “Cinesi pezzi di merda” a Firenze, “Qui i cinesi non possono entrare” a Roma.

Ogni pretesto – il colore della pelle, il Coronavirus, l’orientamento sessuale – diventa buono per stanare vermi di fanatismo e odio, di cinismo e xenofobia evidentemente insiti in un pensiero privo di cultura ed umanità, prontissimo a non accettare l’altro. Sirene di quel “fascismo eterno” descritto da Umberto Eco.

La psicosi – il termine più usato in questi giorni – da Coronavirus non è giustificabile. Malgrado l’amplificazione derivata dai mass media, nonostante l’enfatizzazione di un virus che, comprensibilmente, desta preoccupazione, quel video deve “farci schifo”, per usare le stesse parole del sedicente videomaker.

La Cina è una Nazione grande quanto l’Europa e conta oltre 1 miliardo di abitanti: pensare che ogni cinese possa venire dalla stessa provincia epicentro del contagio o che ogni cittadino cinese sia positivo al Coronavirus è assoluta follia. Se prestiamo il fianco al pregiudizio e alla generalizzazione, di cui talvolta siamo i primi a lamentarci, gli italiani sono tutti “mafiosi pezzi di merda”: Mafia, pizza e mandolino. Ci meritiamo altro?






“Il fascismo è la violenza con la quale si odia il diverso.”

Intolleranza e fascismo non sono sinonimi ma, com’è evidente, senza intolleranza non vi sarebbe fascismo: inteso come idea di esclusività e nazionalismo tale da motivare la caccia all'”intruso”.

L’attualità, nella quale la globalizzazione crea talvolta la reazione inversa di una ghettizzazione mentale, ci pone davanti una sfida: riconoscere le nuove forme di fascismo, diverse dal Ventennio, eppur fedeli nel prediligere gli istinti alla razionalità, l’ignoranza alla sensibilità culturale, il nazionalismo quale strumento per costruirsi un’identità altrimenti negata.

Da fiorentini prendiamo nette distanze dal produttore del video e da chiunque ne condivida il pensiero, seppellendo sotto una coltre di fango la nostra proverbiale accoglienza e ironia. Riteniamo, al contrario, che il batterio più deleterio (e mortale) sia quello che porta in grembo fascismo, razzismo, xenofobia: isolare – loro si! – chi ne è infetto ed affermare l’unico vaccino che non ha effetti collaterale, quello della cultura.

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