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Elezioni comunali

Salvini-Ceccardi, niente Bagno a Ripoli…e scoppia il “caso Centanni”: minacce o covid?






Matteo Salvini e Susanna Ceccardi a Bagno a Ripoli? Si. Anzi no. 
Domani, venerdì 28 Agosto, il duo della Lega avrebbe dovuto varcare i confini comunali ripolesi per raggiungere, dopo la presentazione ufficiale dei candidati alla Presidenza Regionale della Toscana, il ristorante Centanni. 

Notizia che, quest’oggi, ha visto un improvviso e clamoroso dietrofront: l’evento – un pranzo su prenotazione e non un comizio – non si farà. O, meglio, non sarà realizzato nel locale sito a Croce a Varliano.
Salvini e Ceccardi saranno al contrario ospiti del ristorante fiorentino “Le Carceri”. 

Ripercorriamo brevemente la vicenda.
L’annuncio per mezzo stampa dell’iniziativa ha scatenato, tempo pochi istanti, la piazza social nei suoi meccanismi più distorti: commenti a profusione e condivisioni di anti-leghisti che “accoglievano” con spirito critico, offensivo, ironico, l’opinabile duo.

Pensieri politici che, in tale sede, non è nostra volontà giudicare in quanto, appunto, del tutto personali. Tuttavia tale spirito d’invettiva si è riversato d’istinto e in maniera automatica sul locale “Centanni”, tra le strutture ricettive più conosciute e longeve del territorio ripolese, preso di mira per aver detto “SI” alla coppia di destra.

“Nel caso qualcuno volesse andare al ristorante Centanni a Bagno a Ripoli vi vorrei ricordare chi ha deciso d’ospitare”. 

Un’azione di sabotaggio-in-serie nei confronti del ristorante che ci lascia perplessi e sul quale, forse, è necessario sollevare una riflessione. Il sillogismo creato di sana pianta dall’automatismo social è stato, per sintetizzare il concetto: “Centanni ospita Salvini = Centanni è salviniano” o, ancor più estremizzato, “Centanni ospita i fascisti = Centanni è fascista”. 

Calmi.
Potremmo pensare di vederla, contando fino a dieci, anche in un’altra maniera: il lockdown ha costretto allo “stop” ogni attività commerciale, condizione di “austerità” alla quale una certa imprenditoria legata al turismo tutt’ora vive. Abbiamo fatto il tifo, in quel frangente, per ogni singolo imprenditore sofferente, riempiendoci la bocca di “andrà tutto bene” e “torneremo”.
Centanni, come molti altri ristoranti, bar, trattorie, conta i soldi che ha perso e ancora sta perdendo.

Pongo, allora, una domanda: perchè, in un venerdì qualunque di agosto, in tempo di covid, dovrebbe rinunciare ad un evento dall’incasso certo? Magari, visto i giorni che corrono, guadagno che corrisponderebbe a due settimane di lavoro ordinario?

Davvero il titolare di un ristorante può permettersi, oggi, di fare “selezione all’entrata” e pensare a ideologie e -ismi vari? 






Avanzata questa piccola riflessione, la notizia della rinuncia di “Centanni” ha divampato nuovamente la piazza social tra nuova satira, retropensieri e accuse. Ci sono state minacce ricevute dal locale oltre la campagna di detrazione avviata su Facebook? 

Si, dicono i salviniani.
No, risponde il titolare Silvano, intervistato da Dai Colli Fiorentini.

Silvano, si aspettava una reazione del genere?
“Non seguo molto i social ma mi hanno riferito di alcuni commenti poco piacevoli, sapevamo di andare incontro a qualche critica”. 

Avrebbe ospitato esponenti politici di altri partiti e pensieri?
“Certamente, stavamo adempiendo soltanto alla nostra funzione di attività ristorativa e commerciale.

Avete ricevuto minacce telefoniche o personali, oltre alle contestazioni via Facebook?
No”.

Come mai, allora, avete cambiato idea?
“I nostri consulenti ci hanno sconsigliato di organizzare un evento di tale portata in questo momento condizionato dal Covid ed in questi giorni di risalita dei contagi. Ci sarebbero stati circa 90-100 persone ed avremmo dovuto apparecchiare un tavolo a partecipante per il mantenimento imposto del distanziamento fisico. Non abbiamo la struttura adatta per rispettare tale disposizione. 

E’ il covid, quindi, la ragione del “no”?
“Si, non era più conveniente e, in caso di focolai in stile Billionaire, avremmo rischiato sanzioni penali e amministrative, oltre che la chiusura del locale. Non me la sono sentita di rischiare.”






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