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“Ma allora queste discoteche…e il Pavoreal?” Facciamo il punto con Alessio Giannelli

Il titolo parla di discoteche in generale, di quelle al chiuso ovviamente, ma chi scrive queste righe inevitabilmente pensa a quella discoteca lì: Il Pavoreal che – a maggior ragione in un venerdì di metà ottobre come questo in cui scrivo – manca tantissimo.
Quasi due anni di silenzio nella sala da ballo del CRC Antella, un silenzio assordante che pare finalmente possa finire.

Una telefonata col DJ e gestore della discoteca, Alessio Giannelli, chiarisce qualche aspetto: modalità, tempistiche e incertezze.
Le modalità sono ancora un’incognita, perché se è vero che c’è una bozza di decreto, è pur vero che il decreto ancora in Gazzetta Ufficiale non c’è, manca poi il pronunciamento della Conferenza delle Regioni. Insomma ancora su quel versante mancano elementi fondamentali.

Le tempistiche sono condizionate da tanti fattori: c’è uno staff da ricostruire, contratti, attrezzature, manutenzioni eventuali riparazioni…
Insomma, inutile dilungarsi, un locale con la saracinesca abbassata per quasi due anni non lo si riapre in 3 giorni.

Per ora se tutto filasse liscio, una riapertura per quanto riguarda il Pavo potrebbe esser programmata per inizio novembre, ma evidentemente tutto è subordinato alle valutazioni circa la convenienza di riaprire in funzione delle regole che dovranno essere rispettate.






Qui veniamo alle perplessità: “il 50% di capienza ad oggi sembra l’unica certezza” ci dice Giannelli, dopo che si era inizialmente parlato del 35%. Per il resto ci sono molti punti che non sono stati chiariti e che potrebbero spingere ad attendere condizioni più favorevoli per attuare questa agognata riapertura.

Nella bozza ad esempio si parla di un obbligo di tracciamento in maniera assai vaga, si dà per scontata la necessità del greenpass, ma chi e come debba e possa controllare è un’incognita, si parla di obbligo di indossare la mascherina sempre tranne che mentre si balla (c’è da capire cosa si intende legalmente per “ballare”), va da sé che per poter bere, si dovrebbe farlo solo mentre si saltella in pista…

Insomma i dubbi sono ancora tanti, sia per la poca chiarezza delle bozze che, appunto, per l’assenza di linee guida ufficiali. Ci sono poi tutte le incognite possibili immaginabili, per riaprire un’attività con condizioni comunque vada radicalmente diverse da quelle con cui chiuse quasi 100 settimane fa.

Saluto Alessio con una richiesta: il giorno che riaprirà il Pavo, sarà indispensabile che non manchi la Zubrowka, una vodka bielorussa che amavo quasi quanto i venerdì sera che per anni ho sistematicamente
passato a riempirmici.






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