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Elezioni comunali

“La casa degli imprunetini…”

“La casa degli imprunetini”; proprio con queste parole, un nome di battesimo appropriato, il presidente dell‘Ente Festa dell’Uva, Riccardo Lazzerini, ha inaugurato il museo archivio della Festa dell’Uva più antica d’Italia.
Domenica 20 Settembre, intorno alle 11.30 il museo della nostra amata Festa ha aperto le sue porte a tutti, imprunetini e non. Sono state quattro signore, rionali storiche a tagliare i nastri dei rispettivi colori, quattro donne che rappresentano una tradizione che ci appartiene dal profondo del cuore, che ci radica completamente al nostro paesello.






Io ho indossato la mia maglia verde che quest’anno purtroppo è dovuta rimanere nel suo cassetto; ero accanto a mia nonna, che di lì a breve avrebbe tagliato il nastro verde. Era emozionata, tutte e quattro le nostre matrone rionali lo erano, dal profondo e col sorriso tenero e genuino. Negli sguardi di queste belle signore, tutte sistemate, si leggeva un grande entusiasmo, quella scintilla che le ha rese e che le rende tutt’oggi orgogliose di far parte di una comunità, di un Rione, di una famiglia allargata. Nei loro occhi c’era pura felicità per  il ruolo che stavano ricoprendo, ognuna aveva addosso un foulard del colore del proprio Rione ed erano belle, eleganti, come la nostra Festa. Via via, i presidenti le prendevano a braccetto, accompagnandole verso l’ingresso del museo e, una dopo l’altra, munite di forbici e di un cuore emozionato, hanno tagliato il nastro del colore che le ha coccolate in tenera età, in gioventù, che le ha viste diventare donne e che continua ad accompagnarle anche adesso. Perché al paesello, se si è un rionale doc ed anche se l’età avanza, durante il mese settembrino il cuore e lo spirito ritornano giovanissimi!






Mi piace pensare a questo museo come “la casa degli imprunetini”, perché è una frase, un nomignolo, che racchiude una grande verità in quanto noi imprunetini abbiamo per davvero due case, anzi, adesso ne abbiamo addirittura tre!

La prima è la nostra dimora di tutti i giorni, quelle mura caserecce; la seconda è quella che attendiamo di varcare a gloria ovvero il proprio cantiere che, inutile negarlo, a Settembre diventa una vera e propria casa che racchiude una famiglia numerosa, col sangue di un colore ben definito e che accoglie tutti, con polemiche e sorrisi annessi. Da Domenica, noi imprunetini, abbiamo dunque un’altra casa, la terza, che racchiude anni e anni di tradizione con un cuore pulsante diviso in quattro e che batte forte, nonostante tutto.






Questa terza casa imprunetina, il museo della nostra Festa dell’Uva, è costruito su una base solidissima, quella della passione, caratteristica che insieme alla dedizione ed al grande impegno fanno sì che questa Festa possa continuare a vivere a testa alta. Questi elementi si percepiscono in quelle stanze sistemate alla perfezione e consiglio a tutti di farci un salto, è veramente ben allestito nel pieno rispetto della tradizione che però abbraccia piacevolmente la strumentazione moderna.
Un GRAZIE enorme va a tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo, a Riccardo che mette anima e corpo per far sì che questa Festa venga valorizzata al massimo, a Tullio Del Bravo che ragazzi, ve lo giuro, io l’ho visto uscire ed entrare da quel museo indaffaratissimo a qualsiasi ora del giorno e… Anche della notte! Grazie davvero a chi ha partecipato alla realizzazione di queste piccolo grande cuore imprunetino.

E per concludere, compaesani miei, questa è l’ultima settimana di Settembre e che ve lo dico a fare… Ormai è andata così quest’anno ma manca, manca tutto quello che la nostra Festa comporta. Non aggiungo altro tanto, come sempre a Settembre, proviamo tutti la stessa emozione, nel bene e nel male.

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