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Intossicazione da tonno, additivi proibiti sul pesce fresco: dosi 50 volte superiori alla quantità ammessa






Era stato trattato con enormi quantità di nitriti e nitrati il tonno che nei giorni scorsi ha causato episodi di intossicazione in nove persone finite in ospedale dopo il consumo in due diversi ristoranti fiorentini. Sono gli esiti delle analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana e confermati all’unità funzionale di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Ausl Centro della Toscana che nei giorni scorsi aveva avviato l’indagine sanitaria.

Le due sostanze, nitriti e nitrati, il cui uso è proibito nelle carni di pesce fresco quale era quello acquistato all’origine e che ha provocato l’intossicazione, sono utilizzate al fine di ottenere un colorito rosaceo e per aumentare la conservabilità del prodotto.

Le quantità di nitriti che sono state ritrovate nel pesce in questione sono arrivate a 8,5 gr per chilo di carne ovvero circa 50 volte la dose consentita per trattare i prodotti dove l’utilizzo di questi additivi è ammesso.

La dose tossica dei nitriti, indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è 0,4/200 mg/Kg di peso corporeo, mentre la dose letale è stimata 33/250 mg/Kg di peso corporeo.

Nel nostro caso una porzione media di 200 grammi di pesce apportava circa 1,7 gr di nitrito ovvero 24 mg/Kg per una persona di peso stimato di 70 Kg. Tale dose rientra pienamente nel range di tossicità previsto dall’OMS e spiega la sintomatologia mostrata dalle persone coinvolte nell’episodio tossico.

Il prodotto attualmente è tutto sotto blocco ufficiale da parte dell’autorità competente e i tecnici e i veterinari della UFC di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Ausl Centro della Toscana stanno lavorando al fine di assicurare prove e definire responsabilità circa quanto avvenuto.

Degli esiti di tali indagini sarà informata la magistratura per i provvedimenti di conseguenza.






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