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Elezioni comunali

Impruneta, la proposta del Sindaco Calamandrei: “Quota dei pedaggi autostradali rimanga sui territori!”






Il periodo certo non è dei più rosei, e ognuno di noi ha cercato, nei limiti del possibile, di ripartire e tornare a quella “normalità” che comunque ci ha sempre fatto lavorare giorno e notte per le nostre comunità. Ma adesso si torna ad affrontare un periodo di “chiusure” per arginare questa seconda ondata di pandemia, con problematiche sanitarie molto gravi.

Le amministrazioni comunali sono quelle che in questa pandemia hanno spesso subito scelte indubbiamente difficili, ma che poi la loro applicazione è ricaduta tutta sulle nostre spalle.
Personalmente ho ereditato un bilancio comunale quasi in predissesto, e giorno dopo giorno, insieme agli uffici, ci siamo inventati di tutto “quella definita finanza creativa”, pur di stare a galla in una situazione ormai molto compromessa.
La richiesta che segue è stata discussa con altri sindaci, e già fatta conoscere alle amministrazioni comunali che sarebbero coinvolte.

Vengo subito al dunque, facendo al contempo, alcune considerazioni.
Quasi ogni giorno sentiamo dire che le grandi multinazionali, soprattutto chi lavora con l’e-commerce, non pagano le giuste tasse all’interno dei paesi dove commercializzano i loro prodotti, e sempre più spesso aziende italiane trasferiscono la propria sede sociale in quei “paradisi fiscali” dove la fiscalità (appunto) è ben più bassa che in Italia. Ebbene proviamo a paragonare tutto questo anche ad alcuni servizi di ricaduta sui singoli territori. Il più evidente è indubbiamente il pedaggiamento della rete Autostradale.

Adesso si è dato una nuova struttura alla gestione delle Autostrade, (anche se ancora ci vorrà un po’ di tempo per il completamento della revisione societaria con l’entrata di Cassa Depositi e Prestiti), cercando di ricreare una forma statale “controllata” di gestione e manutenzione dell’infrastruttura.

La proposta da portare avanti è molto semplice, che vuol partire dalla nostra regione avendone approfondito ogni aspetto, ma che si può ampliare anche all’intero territorio nazionale.
La richiesta non si vuol basare su percentuali, chilometri percorsi, o qualsiasi altro parametro possa essere preso in considerazione, complicando così un possibile esito positivo della proposta.
La proposta “secca” è che ad ogni transito dal casello autostradale rimanga nelle casse comunali 10 cent per ogni autovettura e moto, e 20 cent per gli autoarticolati. Al di la che l’importo del pedaggio sia 2 o 50 euro.






Una “quota comunale” che dovrebbe rientrare nel pagamento attuale da parte dei fruitori, e quindi pagare alle amministrazioni quella parte di “ribasso” di cui spesso si è sentito parlare ultimamente.
Nel malaugurato caso si pensi di effettuare un aumento del pedaggiamento per il buon esito del progetto, si tratterebbe di un incremento di 1 caffè e mezzo al mese per i pendolari giornalieri, con la consapevolezza però che tale differenza andrà a finanziare progetti inerenti il proprio territorio.
Ovviamente spetterà al gestore, una volta introitato il pedaggiamento, stornare mensilmente l’importo relativo all’amministrazione comunale.

Si fa sempre un gran parlare di “Ambiente”, “Qualità della Vita”, ed un infinità di parametri ambientali che però, messi in contrapposizione con il “Tenore di Vita”(posto in termine negativo), le “Tempistiche di Spostamento”, ed i continui e crescenti fabbisogni personali, passano sempre in secondo piano con un costo complessivo importante per le comunità.

E di questo costo è giusto che l’intero sistema se ne faccia carico, ripartendo da quei territori che negli anni hanno, gioco forza, dovuto prestare il fianco all’idea di progresso, rimanendo stritolati nella morsa dell’inquinamento ambientale (nell’eccezione più vasta del termine, da quello acustico, climatico, visivo, polveri sottili, etc..) , diventando comunità “marginali” sotto la finta ala protettrice dell’infrastruttura principe dei nostri territori: l’Autostrada.

Nessuno vuol negare l’importanza strategica di tale infrastruttura, ma sono stati considerati da sempre solo i lati economici di ricaduta per le imprese, e mai i costi ambientali complessivi subiti dai territori e le sue comunità. Come vedete la proposta di partenza vuol essere molto semplice e diretta.

Questo è il quadro complessivo dei 39 caselli di pedaggiamento autostradale presenti sul territorio toscano.
Per la precisione abbiamo:
– 14 Caselli sulla Autostrada A1 (E35) (Autostrada del Sole, variante di valico compresa)
– 13 Caselli sulla Autostrada A11 (E76) (Firenze-mare, Diramazione Lucca-Viareggio compresa)
– 10 Caselli sulla Autostrada A12 (E80) (Autostrada Tirrenica)
– 2 Caselli sulla Autostrada A15 (E31) (Autocamionale della Cisa)

I Comuni coinvolti direttamente sul territorio Toscano sono ben 33, oltre a quanto elencato poco sopra.
Si faccia vedere la reale e concreta volontà di dare risposta a quei territori troppo spesso considerati “marginali” e “di risulta”, che hanno magari visto crescere attorno all’infrastruttura complessi industriali e commerciali, ma a scapito della storicità  delle comunità locali.

La creazione dei nuovi “Luoghi” “Non Luoghi”, che non hanno nessun legame col territorio ma solo creazione del profitto nel momento di massima espansione, lasciando poi dei “vuoti” sia materiali che culturali al primo cambiamento produttivo o strategico. Vuoti che hanno un costo per le comunità, costo che nessuno ha mai pagato: forse è giunto il momento di occuparsene mettendo l’annosa questione sotto i riflettori.”






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