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L'”ora più buia”…è adesso: l’affluenza più bassa dal 1970 per le regionali in Toscana, l’analisi

L’ora più buia è arrivata ed è oggi, almeno in ottica elettorale, almeno nei dintorni delle urne. Non è cinema, ma realtà. Non ci sono Gary Oldman che incarna Winston Churchill bensì Eugenio Giani, Alessandro Tomasi e Antonella Bundu che interpretano e rappresentano, a loro modo, il punto più basso della storia elettorale a livello regionale in Toscana: una sconfitta, anche per chi sarà vincente (dai primi exit poll Giani dato in vantaggio). 

Dal 1970, prima tornata elettorale per le Regioni, quello del 2025 è il dato sull’affluenza più infimo, persino peggiore rispetto al nefasto 2015 che non raggiunse neanche il 50%. Il tracollo è verticale: nel 1970 il 95,9% come risposta ad una prima volta che allettava la massa democratica toscana ma non vedeva votare i diciottenni; nel 1975, prima volta dei 18enni alle urne, affluenza al 95,7%; nel 1980 affluenza al 93,1%; nel 1985 al 92,7%; nel 1990 prima volta sotto il 90% con una percentuale alle urne di 89,63% votanti; nel 1995 affluenza all’85,1%; nel 2000 al 74,6%. L’entrata nel nuovo millennio non migliora le cose: 71.4% nel 2005, affluenza al 60,71% nel 2010, terzultimi come dato tra le tredici regioni al voto. Infine il 48,28% nel 2015 e il 62,6% alle ultime votazioni del 2020 con le quali venne dichiarato Eugenio Giani nuovo Governatore della Toscana. Oggi siamo al 47,73%.

E oggi? Il 2025 batte ogni record e dimostra una disaffezione cronica che colpisce al cuore dell’Italia e non risparmia neanche la nostra Toscana, terra proverbialmente di impegno e mobilitazione. La grande partecipazione delle ultime settimane, in difesa del popolo palestinese e contro il genocidio in atto a Gaza, non si è tradotta in una nuova ventata di attivismo politico né di interventismo elettorale. Nessuna forza politica in campo è riuscita a rappresentare realmente questa spinta dal basso che ha portato, per le strade toscane, migliaia di persone, come non si vedeva da tempo: non poteva certo essere, per presa di posizione netta e governativa, il centro-destra ma non è riuscita la manovra neanche al centro-sinistra, malgrado le comparsate prontamente postate sui social dei suoi candidati, Giani in primis. Poteva, per natura ideologica, riuscirci Toscana Rossa di Antonella Bundu la cui impronta a livello regionale, tuttavia, è sembrata da subito eccessivamente flebile per lasciare un reale segno. 

Il partito dell’astensionismo, pertanto, ha vinto di nuovo, anche se non governerà ma sarà governato, anche se ha deciso arbitrariamente di non esercitare il diritto sancito dall’articolo 48 della nostra Costituzione, anche se demanderà l’amministrazione regionale a candidati e partiti che non ha scelto, perseverando nell’unico sport possibile: lamentarsi a fondo perduto (e continuare, forse, a non votare).

Come si spiega, tuttavia, il dato sull’affluenza più negativo del Novecento toscano? 

Anzitutto, in una regione storicamente “rossa”, c’è da segnalare la mancanza di una forza realmente di sinistra che riesca a intercettare voti e sia capace di parlare agli elettori non soltanto per slogan ideologici staccati dalla quotidianità. La Bundu, ex consigliera comunale di Firenze, appoggiata da Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Possibile, rappresenta una componente che non può far valere esperienze amministrative né regionali e né comunali e ciò inficia la possibilità di avere reali basi di potere da cui attingere voti nonché la credibilità relativa alla macchina amministrativa. 

Tomasi, a di là di come andrà, doveva essere finalmente l’uomo giusto della destra, un volto rassicurante, promosso come politico moderato, forte di un’esperienza politica maturata in un mandato e mezzo da sindaco di Pistoia: nel suo Comune e nella sua Provincia, forse anche per la sua presenza e lo vedremo meglio con i dati elettorali definitivi, la sua presenza ha generato un gap minore di altrove, rispetto all’affluenza delle elezioni precedenti. Non ha “tirato”, invece, nel fiorentino, malgrado la chiusura di campagna elettorale in grande stile, con la presenza della premier Meloni giunta nel capoluogo toscano. Ancora una volta, forse, l’uomo forte del centrodestra non aveva in realtà la potenza di fuoco necessaria per rappresentare una reale alternativa al “solito” centro-sinistra; oppure, in Toscana, vige ancora la presenza di una forte schiera di elettori che preferisce votare il centro-sinistra persino ad occhi chiusi e con un groppo in gola, piuttosto di dare fiducia alla destra.

Infine le responsabilità evidente del centro-sinistra e di un carrozzone che rappresenta affarismo e compromesso politico a discapito di ideologia e coerenza: PD, Italia Viva, Movimento 5 Stelle sono forze che hanno momentaneamente abbandonato le frizioni sviluppate in questi anni di opposizione per concorrere e vincere contro il centro-destra. E ora? Si rischia l’impasse politico ed amministrativo? Al di là di questo, è evidente che la disaffezione al voto che molti hanno va ricercata anche in questa abitudine a guardare gli interessi elettorali ben prima delle posizioni e dei contenuti politici: così, come in questo specifico caso, capita di assistere a doppi salti mortali di candidati che sono “Opposizione” nei Comuni e alleati in Regione. Tutto e il contrario di tutto, pur di governare. 

Altra ipotesi, anch’essa plausibile, è la seguente: la vittoria di Giani – forte del radicamento del centro-sinistra in Toscana e di alcune misure lodevoli come il progetto Giovanisì e Nidi gratis ed aver retto sulla sanità malgrado gli anni del covid, era talmente scontata che i più hanno ritenuto non fondamentale contribuire con il proprio voto.

In tutto questo, però, vogliamo lasciarvi con un’immagine che farà abbassare la testa a qualcuno e ci concede una parentesi di reale importanza dell’esprimere il diritto di voto, sudato con la guerra e la morte, dai nostri nonni: immortalato dal fotografo Andrea Rontini, il classe 1924 Liberto Naldi, residente di Antella (nel Comune di Bagno a Ripoli), ha chiesto di poter votare malgrado i 101 anni che compirà il 19 ottobre e con il supporto fondamentale delle attrezzature della Misericordia di Antella, l’aiuto materiale di Cristiana Vanni e Fiorenzo Relli, ha esaudito questo suo desiderio. Alla faccia degli astenuti.

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